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Bocciato il Piano Nomadi varato nel 2008 dal leghista Maroni con le schedature e le impronte digitali

Azzerato Maroni e il suo piano nomadi, quell’obbrobrio varato nel 2008 comprensivo di identificazioni con le impronte digitali e le schede sull’appartenenza religiosa ecc. E’ stato il Consiglio di Stato a bloccare il piano con i suoi commissari in cinque città che sono dichiarati illegittimi. Una sconfitta anche per il sindaco di Roma Gianni Alemanno che ci era saltato sopra. Una vittoria del buonsenso che ci ha messo tre anni per arrivare al dunque. Una vicenda che ricordiamo ha visto valenti prefetti come Careno Mosca a Roma opporsi con tutti i mezzi alle pretese del ministro leghista. Ricordiamo che prima di questa pronuncia del Consiglio di Stato il piano era stato duramente criticato dalla delegata dell’Onu e da Amnesty International.

 Ecco ciò che è uscito oggi  22.11.11 su Il Giornale, L’Avvenire e il Corriere della Sera. 

NOMADI Non più obbligatoria l’identificazione

Il Consiglio di Stato dà ragione ai rom: addio piano Maroni

Una sentenza contro l’ex governo Berlusconi e il titolare leghista del Viminale: illegittimi i commissari ìn 5 città

il Giornale, 22-11-2011

Anna Maria Greco

Roma Non esiste l’«emergenza rom» in Italia, sono illegittimi i commissari nominati per affrontarla a Roma, Napoli, Milano, Torino e Venezia, e così tutti i loro atti.

Il Consiglio di Stato smantella il piano Nomadi voluto nel 2008 dall’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni e le ordinanze attuative nelle regioni Lazio, Campania, Lombardia, Piemonte e Veneto, confermando la sentenza già emessa dal Tar del Lazio a luglio 2009.

Un colpo al governo Berlusconi, al suo titolare leghista del Viminale e, in particolare, alla politica del sindaco capitolino Gianni Alemanno e dell’ex prima cittadina milanese Letizia Moratti. Eppure, nelle due grandi città la prima reazione è: «La linea sui nomadi non cambierà».

Per i giudici amministrativi lo stato d’emergenza decretato il 21 maggio dall’allora premier Silvio Berlusconi non si poggiava su basi solide. Non c’era, in sostanza, il «nesso tra la presenza sul territorio di insediamenti rom e una straordinaria ed eccezionale turbativa dell’ordine e della sicurezza pubblica nelle aree interessate» e il riferimento a «gravi episodi che mettono in pericolo l’ordine e la sicurezza pubblica»  non sarebbe ben documentato.

La sentenza del 16 novembre scorso fa fare un balzo indietro di 3 anni e annulla gli atti commissariali adottati «in carenza di potere». Alle amministrazioni interessate non resta che la possibilità di «sanare», se possibile, il vizio di incompetenza utilizzando poteri ordinari e non straordinari.

Questo vorrebbe dire, per Roma: niente procedure di identificazione, né censimento che le autorità stanno facendo nei campi, niente presidio di vigilanza dentro i 7 «villaggi attrezzati», nessun obbligo per i rom di sottoscrivere una dichiarazione di impegno al rispetto delle norme interne di disciplina e niente Dast, la tessera che consente di risiedervi. Alt, poi, alla costruzione delcampo La Barbuta, disposta dal prefetto-commissario per l’emergenza nomadi della Regione Lazio, Giuseppe Pecoraro.

Per Milano, invece: niente più chiusura dei campi di Via Idro, nonostante i 320mila euro dati dal Comune a 40 famiglie nomadi di quel campo, di quelli di via Bonfadini, di via Novara e di via Negrotto. E niente più espulsione dei cittadini comunitari che non avranno dimostrato di avere un reddito, una casa e un’assistenza sanitaria.

Esultano Pd e Sel, insieme alla Consulta Rom e Sinti di Milano, parlando di «fallimento» delle «politiche discriminatorie della destra». Ma dal centrodestra si chiedono al governo nuove leggi per affrontare il problema .«Servono norme immediatamente operative per risolvere il vuoto legislativo causato dalla sentenza del Consiglio di Stato», afferma l’europarlamentare Pdl Carlo Fidanza.

Il sindaco di Roma Alemanno, però, non sembra preoccupato. Ricorda che il prefetto-commissario aveva completato tutti i suoi atti e, «se non ci sono annullamenti retroattivi, cosa che non credo, a breve aprirà il campo de La Barbuta». L’assessore alla Sicurezza del Comune di Milano, Marco Granelli, esclude che la pronuncia del Consiglio di Stato possa avere ripercussioni sulla linea politica di Palazzo Marino. Più allarmato il vicepresidente del Consiglio comunale meneghino, Riccardo De Corato: «Assisteremo a una nuova invasione di nomadi provenienti da Romania e Bulgaria nelle nostre periferie».

«L’emergenza rom non esiste» Consiglio di Stato «boccia» Maroni

Avvenire, 22-11-2011 

MILANO -L’ emergenza rom è infondata perché «più che  già esistente ed acclarata», sembra «sia paventata pro futuro quale conseguenza dell’espandersi e dello stabilizzarsi delle comunità nomadi». Di conseguenza il Piano varato tre anni fa dal governo Berlusconi è illegittimo, ha stabilito il Consiglio di Stato confermando la bocciatura del decreto decisa dal Tar di Roma nel luglio 2009. E respingendo il ricorso presentato, tra gli altri, dalla presidenza del consiglio e dal Viminale. Infatti, i «gravi episodi che mettono in pericolo l’ordine e la sicurezza pubblica», non risultano supportati «da una seria e puntuale analisi dell’incidenza sui territori del fenomeno considerato (quale sarebbe uno studio che documentasse l’oggettivo incremento di determinate tipologie di reati nelle zone interessate dagli insediamenti nomadi), ma soltanto dal richiamo di specifici e isolati episodi i quali, per quanto eclatanti e all’epoca non privi di risonanza sociale e mediatica, non possono dirsi se idonei a dimostrare l’asserita eccezionalità della situazione». A impugnare il decreto erano stati l’European Roma rights centre foundation e una famiglia rom che vive nella capitale. A dar loro voce è stata ieri la Consulta rom e sinti di Milano che ha parlato di «risultato straordinario». E ha chiesto «l’immediata sospensione di ogni azione riferita al Piano Maroni». La decisione del Consiglio di Stato cancella inoltre le ordinanze emanate nel Lazio e in Lombardia, seguite dalla nomina dei Commissari delegati per l’emergenza. In proposito il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha chiarito che «se la sentenza non prevede annullamenti retroattivi, cosa che non credo, non ci preoccupa tanto perché il prefetto Pecoraro ha completato tutti gli atti». Inoltre, ha aggiunto «a breve aprirà la Barbuta», il nuovo «villaggio attrezzato» vicino a Ciampino che potrà accogliere 650 persone. Ma c’è chi ne ha già previsto il fallimento.

Il Consiglio di Stato boccia il Piano Nomadi Ciampino: ora Roma fermi i lavori a La Barbuta

Sentenza dichiara l’illegittimità dello «stato di emergenza» voluto da Alemanno. Nulle le nomine dei commissari straordinari. Simone Lupi: quanti soldi spesi inutilmente

Corriere della sera, 22-11-2011

Luca Zanini

ROMA – Il Consiglio di Stato boccia il Piano Nomadi di Roma Capitale. Con la sentenza n. 6050 del Consiglio di Stato che, dichiarando l’illegittimità dello stato di emergenza, comporta l’annullamento delle ordinanze di nomina dei commissari straordinari e di tutti gli atti commissariali finora adottati. Accolti infatti i ricorsi dell’associazione per la difesa dei diritti dei rom, «European Roma Rights Centre Foundation», e di due abitanti del campo Casilino 900 di Roma, di fatto, la decisione del Consiglio boccia tutte le motivazioni che avevano decretato lo stato di emergenza. E la sentenza potrebbe fermare anche il raddoppio del campo di La Barbuta, a sudest della Capitale.

PRIMO DI SETTE MEGA-CAMPI – La vicenda riaccende la polemica sul primo dei 5 mega campi nomadi (inizialmente erano solo tre) che il Comune di Roma aveva progettato di realizzare per porre fine al problema dei micro campi abusivi, cui erano legati numerosi casi di cronaca e drammatici incidenti come la morte di quattro bambini romeni in un accampamento sull’Appianel febbraio 2011. In forse, dunque, l’imminente raddoppio del campo nomadi La Barbuta, che si estende tra X Municipio (il cui presidente Sandro Medici aveva acconsentito ai lavori) e territorio del Comune di Ciampino, che da sempre si oppone al progetto.

LUPI CONTRO ALEMANNO – «Con questa sentenza, il Consiglio di Stato – afferma ora il sindaco di Ciampino, Simone Lupi – mette un punto definitivo al Piano Nomadi di Roma Capitale. La nostra amministrazione si è sempre opposta alla creazione dello pseudo villaggio attrezzato al Campo Nomadi ‘La Barbuta’ ed ora siamo arrabbiati anche per tutti i soldi che già sono stati spesi».

Duro l’attacco al primo cittadino della Capitale: «Il sindaco Alemanno dichiara che non ci saranno annullamenti retroattivi – prosegue Lupio – . Al contrario, io credo che la giunta capitolina debba fare un passo indietro. Accertare la non esistenza dello stato di emergenza, per il quale sono stati affidati super poteri ai Commissari, per non parlare dei fondi stanziati a danno dei contribuenti, dimostra chiaramente il fallimento della politica del Sindaco di Roma».

32 MILIONI DI EURO – Sono già 32 i milioni stanziati da Governo, Campidoglio e Regione Lazio per il Piano Nomadi del Comune di Roma. Dopo il tragico rogo sull’Appia che provocò la morte di Sebastian, Elena Patrizia, Raoul ed Eldeban – tutti fra gli 11 e i 3 anni – sull’Appia, Alemanno aveva scirtto al ministro dell’Interno Roberto Maroni: chiedendo uno stanziamento straordinario di altri 30 milioni di euro per l’emergenza nomadi, oltre all’intervento di Protezione civile ed Esercito (per gestire l’emergenza stessa) e all’abolizione del vincolo archeologico su alcune aree periferiche della capitale per installare nuove tendopoli.

LA LITE CON MARONI – Ma al ministero dell’Interno aveva replicato con una secca chiusura ricordando che il Viminale aveva già stanziato complessivamente 60 milioni di euro per l’emergenza in cinque regioni (Lazio, Campania, Lombardia, Veneto e Piemonte). Al Lazio ne erano andati un terzo (20 milioni circa), ai quali vanno aggiunti altri 12 milioni concessi all’epoca da Comune e Regione, per un totale di 32 milioni di euro.

CONTAINER DA 24 MQ – Con o senza nuovi fondi, il Campidoglio ha comunque dato il via ai lavori per il campo di La Barbuta che – insieme al Collatino, zona «la Martora» – è uno dei campi dove, conclusa a luglio 2011 la bonifica (300 tonnellate di rifiuti rimosse) è cominciata la posa dei prefabbricati. Per ora sono 116, divisi in tre tipologie da 24, 32 e 40 metri quadrati destinati rispettivamente a famiglie da 4, 6 e 8 o più persone. Ma la tabella di marcia potrebbe fermarsi.

«SOSPENDETE I LAVORI» – Sulla basa della sentenza n. 6050 del Consiglio di Stato, infatti, il sindaco di Ciampino annuncia: «Ci aspettiamo che la costruzione del nuovo campo nomadi in località ‘La Barbuta’ venga immediatamente sospesa, sia per l’illegittimità espressa dal Consiglio di Stato, sia perché, come più volte dichiarato, il Piano Nomadi non è stato altro che un vano tentativo del sindaco Alemanno di trasferire le sue decisioni nelle mani di un Commissario Straordinario, ben lontano dal principio di integrazione sociale. Il campo ‘La Barbuta’, come sottolineato anche dall’Associazione 21 Luglio, non è un villaggio della solidarietà, ma un vero e proprio ghetto che, per l’area sulla quale esso insiste, non avrebbe certamente reso più dignitosa la vita dei Rom».

«Chiederemo nei prossimi giorni un incontro con il ministro dell’Integrazione e Cooperazione Internazionale, Andrea Riccardi, – conclude il Sindaco Lupi – per affrontare insieme la questione delle popolazioni nomadi, con l’auspicio che si faccia da garante per il rispetto della sentenza di Stato e che riesca a trovare soluzioni necessarie alla risoluzione del problema

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