James come Holden Caulfield? Un ragazzo diciottenne che rifiuta la vita omologata nella Grande Mela e sceglie altro. E’ il plot narrativo ideato da Peter Cameron di “Un giorno questo dolore ti sarà utile”, che si ferma un po’ prima di Into the wild e del Giovane Holden, ma che ha affascinato lettori di qua e di là dall’Atlantico. E che ora ha preso anche Roberto Faenza che ieri sera al Festival Film di Roma ha presentato il film girato in inglese tratto dal romanzo di Cameron.
Dunque ecco “Un giorno questo dolore ti sarà utile”, storia che ci porta dentro una galleria d’arte dove si vende roba invendibile (sarebbe arduo, d’altra parte, suscitare clamore intorno a opere di tendenza come le pattumiere dell’artista giapponese che vuole restare Senza Nome) e dove il figlio della proprietaria rifiuta destini usuali per optare per il mestiere di calzolaio.
Ecco James che poi, solitarissimo, rivendica la sua confusione sull’identità sessuale, spingendosi sulla rete dei cuori solitari ecc. Un ragazzo che visto dal mondo di adulti che lo circondano, ma anche dai coetanei schiavi del conformismo, è un po’ un alieno. Un disadattato.
Per Faenza è lui invece a vedere più avanti di tutti: “Lo considero – spiega – un antesignano degli Indignati. Un giovane uomo indignato dei compromessi e delle menzogne, che rifiuta di essere cloroformizzato. Il mondo del passato sta andando a rotoli, come stiamo vedendo in questi giorni; lui non sa cosa vuole, ma sa che non vuole prendere la strada percorsa da chi è più grande di lui. Da qui l’attualità di questa storia”.
Due parole anche su Peter Cameron: nato il 29 novembre 1959 a Pompton Plains. Laureato a New York in letteratura inglese. I romanzi che sono stati tradotti in Italia sono: “In un modo o nell’altro” pubblicato dalla Rizzoli, “Quella sera dorata”, “Un giorno questo dolore ti sarà utile” e “Paura della matematica”, tutti e tre edizione Adelphi.