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Tunisia, l’Assemblea riunita, mentre fuori donne e blogger chiedono laicità dentro tutti per islamizzare la Costituzione

Hanno preso posto gradualmente dalle 9 di ieri mattina i neodeputati nella Camera del Bardo, mentre associazioni e sindacati allo stesso ritmo si accalcavano fuori per manifestare. Fra loro le Donne Democratiche e alcuni blogger a rappresentare la laicità. Solo alcune personalità dell’esercito e di istituzioni come l’ISIE sono state invitate ad entrare. Atmosfera festosa all’interno tra mille strette di mani e scambi di battute. In diretta su tutte le tv tunisine alle 11 il discorso inaugurale del Presidente uscente Mebazaa che insiste sul lavoro maggiore ora da compiere e sui ruoli di autentica azione che aspettano i presenti, finisce con una standing ovation sulle parole libertà e fiducia. Un discorso appassionato e di soddisfazione che è stato occasione di panoramiche sulle facce del capitolo nuovo della storia tunisina, discreta percentuale di deputate con il velo, ma troneggia una copia rilegata del corano per ciascuno.

Dopo un’ora di pausa e di interviste nel foyer in cui quelli di Ennahda hanno tutti ribadito la ferma volontà d’islamizzare la costituzione, l’appello uno per uno dei deputati per partito e per circoscrizione. Piovono notizie sulle strategie dell’opposizione per contrare l’accordo firmato lunedì sera del triumvirato Marzouki-Jebali-BenJaafar che si sono spartiti le presidenze ancora da confermare in Assemblea. Attimo di effervescenza che interrompe il tentativo del presidente della camera per un giorno, il canzonante Hmila, di diffamare l’iniziativa Costituzione Civile, ed è subito outing dei partiti sfavoriti. L’incidente si conclude con la lettura dei nomi dei Martiri della Rivoluzione. Per colmare i tempi morti della prima riunione, intonazioni spontanee tra inno nazionale e versetto del Corano. Fuori la folla grida “Né America né Qatar”.

La sessione pomeridiana riprende con una provocazione contro il partito Al Aridha di El Hamdi, ex membro RCD, partito di Ben Ali, che aveva infiammato il sud tunisino subito dopo le elezioni: la rivista francofona Le Maghreb è stata distribuita su tutti i pulpiti, in copertina uno special sul losco uomo d’affare dirigente della Tv Al Mustaqilla impiantata a Londra e molto seguita durante la campagna. Dopo il tumulto, inizia il voto per scegliere il Presidente della Camera, l’improvvisazione democratica del giorno è la candidatura di Maya Jribi del PDP (destra liberale) che infine farà coppia con Ben Jaafar. Una buona commedia con intrinseche qualità registiche, e deputati tutti ottimizzati all’esaltante scena politica che comincia.

Più concentrata oggi la 3° sessione, in corso un’importante votazione, la commissione per il regolamento interno della Camera. Presiede serio Ben Jaafar, vari cartelli di rivendicazione nell’aula. Ogni partito fa le proprie proposte di composizione, discussioni di problematiche, incertezza sugli equilibri. Vengono comunicati nuove alleanze come il gruppo dissidente Al Aridha con altri indipendenti, evidente ricerca di consolidamento. È questione anche di immunità e budget. Gradita forza di persuasione per accordi sugli accordi. Sfiora la pignoleria e nemmeno basta a convincere.  

_ Raja ElFani

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