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Centro destra capitolino: si assentano in cinque per non votare il Museo della Shoà. Poi il Pdl fa scudo a Vattani (nel giorno di Sallusti…)

Centro destra capitolino come i fascisti su Marte. Ma prima cominciamo con Alessandro Sallusti. Il direttore del Giornale voleva rispondere allo Spiegel. Poteva dire: “Noi Schettino, voi Hitler”. Invece gli è uscito Auschwitz. Così il titolo di prima pagina del Giornale nel Giorno della Memoria: “Noi Schettino, voi Auschwitz”. Si chiamano a volte lapsus calami, guarda caso Sallusti ha scelto il giorno giusto.

Proseguiamo ora  con i cinque consiglieri del centro destra romano che ieri sono usciti dall’Aula Giulio Cesare in Campidoglio per non partecipare al voto (che è stato poi unanime, 51 su51) per l’istituzione del Museo della Shoah a Roma. I cinque non sono andati lontani, hanno aperto la porta che dall’aula del consiglio comunale immette nell’adiacente Sala delle Bandiere e lì hanno aspettato l’esito del voto a cui non hanno partecipato. Chissà come scherzavano tra loro nel frattempo…
Chi sono? Secondo quanto riferisce Repubblica due sono i consiglieri della Destra di Francesco Storace, Dario Rossin e Francesco Fioretti (Storace invece era assente giustificato), uno è tale Ugo Cassone che è legato al centro sociale di estrema destra Foro 753, un quarto è Antonino Torre eletto nella lista civica di Alemanno, il quinto infine è Alessandro Cochi che fa invece parte dello staff del sindaco Alemanno come delegato allo sport.

E veniamo alla successiva situazione, esplosa oggi sempre in consiglio comunale, su una mozione relativa al console Mario Vattani, a lungo responsabile delle relazioni internazionali del Sindaco Alemanno primna di diventare console. Il centro destra si è rifiutato di firmare la mozione che stigmatizza l’ambiguità del comportamento di Mario Vattani, console a Osaka ed ex responsabile dell’ufficio relazioni internazionale del sindaco di Roma, per la partecipazione come cantante a un concerto d’impianto fascista. Questo l’oggetto di una mozione presentata nel consiglio comunale di Roma con la firma di tutti i gruppi consiliari di opposizione e scritta dal consigliere del Pd Paolo Masini. Nella mozione si impegna l’assemblea capitolina a prendere le distanze dal comportamento di chi rappresenta la capitale nel mondo, accompagna gli studenti nei viaggi della memoria ad Auschwitz insieme ai sopravvissuti nei campi di concentramento e poi si esibisce come cantante in una festa di CasaPound, inneggiando alla bandiera nera e alla Repubblica di Salò tra i saluti romani. Inoltre il documento impegna il sindaco ad intervenire con il ministro degli Esteri affinché “adotti ogni utile iniziativa per porre fine alla sua compatibilità tra il ruolo diplomatica e la dichiarata apologia del fascismo”. La mozione è stata rinviata a data da destinarsi. Depositata oggi in aula Giulio Cesare, la mozione necessitava della firma di tutti i gruppi consiliari per essere messa al voto dell’aula (procedura non richiesta quando le mozioni vengono presentate con alcuni giorni di anticipo). Non è stata alla fine votata perché “il Pdl si è rifiutato di firmarla”, ha dichiarato Masini: “Ci rammarichiamo fortemente per la contrarietà dei consiglieri del Pdl e de La Destra – ha detto il consigliere pd al voto sull’ordine del giorno su Mario Vattani.

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