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Basta con le città ostaggio dei palazzinari. C’è anche questo dietro la vittoria di Doria e di Sel a Genova

Dopo Pisapia e De Magistris (e Zedda) quarta batosta per il Pd e affermazione di un candidato di sinistra, appoggiato da Sel, come Marco Doria stasera a Genova (46% su 25 mila votanti, diecimila in meno però di quattro anni fa).

La vittoria giunge mentre su Raitre Iacona fa vedere in che stato è ridotta Cosenza. Col greto del fiume Crati che si è riempito di nuove costruzioni e con il centro storico della città abbandonato a se stesso, con pochi artigiani che vi sopravvivono in trincea.

Cosenza è l’emblema di quello che la sinistra deve smettere di fare, essere subalterna ai palazzinari e decidere invece di scegliere una strada più virtuosa.

Come spiega Serge Lasrtouche, questa è una crisi di sovrapproduzione nel senso che si produce di più di quanto ormai si riesca a consumare. Il paradosso esplode nel campo urbanistico: si invade nuovo territorio per costruire casette di cartapesta che restano spesso inabitate, invece di recuperare le città con  le loro vecchie e nuove ferite.

Marco Doria nella sua intervista – la trovare in questa pagina come video – dice anche che bisognerà cambiare rotta anche su questo.

Se Sel ha un senso, lo dia nell’invertire con un netto giro di boa questo andazzo di una sinistra subalterna ai palazzinari e ritrovi invece una vocazione a uno sviluppo equo e sensato.

(nella foto un palazzo in via Giotto a Genova, costruito sul greto del torrente Chiaravagna)

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