La notizia arriva a tarda sera. Ma era covata da tempo. Non ci sarà l’appello per Alfonso Podlech, l’ex procuratore militare cileno accusato di aver fatto scomparire l’ex sacerdote Omar Ventureli nel Cile del 1973.
Assolto lo scorso luglio Podlech è rientrato in Cile, dove sta scrivendo le sue memorie. Non dovrà subire il processo d’Appello perché la Procura ha presentato in ritardo il ricorso: due giorni di ritardo, il 25 novembre, invece del 23, con una memoria di tre paginette molto burocratiche.
Quando la notizia a suo tempo è circolata c’era stata la speranza che comunque la Corte d’Appello avrebbe forse potuto trovare una soluzione.
Invece a quanto pare è imminente un giudizio negativo.
Che Podlech fosse oggetto di una campagna di liberazione lo si è visto fin dalla primavera quando in concomitanza con la visita del presidente del Cile Pinera si erano sviluppare manovre pro-podlech coagulate poi nella sua uscita dal carcere per volontà del riesame (c’era però rientrato poi di lì a poco, su istanza della Procura e dei giudici d’Assise).
Capaldo ha retto in questi ultimi tempi la Procura, fino all’arrivo del nuovo Proc Gen Pignatone. Non è un mistero che Capaldo volesse essere lui il procuratore generale.
Resta infine Pacita, la figlia della vittima, che per mesi e mesi ha fatto la spola tra Bologna dove vive e lavora e Roma, città pronta a tutto. Ora Pacita pensa di aver perso tutto.
Diciamole che non è così, è il momento di stare dalla parte di chi ha perso così tanto. Come Maria Paz