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Da Griot la “Rivoluzione egiziana”: sabato 17 alle 18.30

La “primavera araba” ha avuto alcune potenti immagini-simbolo: la prima, quella del giovane Mohamed  Bouazizi, che a dicembre del 2010 si dà fuoco nella cittadina tunisina di Sidi Bouzid, innescando con il suo gesto disperato una sommossa popolare che avrebbe condotto di lì a poco alla caduta del regime di Ben Ali. E poi, indubbiamente, le folle oceaniche di egiziani che per giorni e giorni hanno occupato piazza Tahrir, al Cairo, sfidando le forze di sicurezza, i cecchini, i servizi segreti e le milizie paramilitari di Hosni Mubarak, chiedendo a gran voce – e ottenendo alla fine – la caduta del vecchio dittatore. Da questa parte del Mediterraneo le immagini di delle decine di migliaia di&n bsp;egiziani – soprattutto giovani uomini e donne – decisi a manifestare caparbiamente contro un regime asfissiante ci hanno colto di sorpresa: l’Egitto veniva considerato, nello scacchiere geopolitico mediorientale, una colonna portante e sostanzialmente stabile, ma i più accorti sapevano che il regime non era che un gigante dai piedi di argilla. Uno dei più acuti e incrollabili critici di Mubarak e del suo regime è stato il giornalista e scrittore ‘Ala al-Aswani, che dalle pagine dei pochi giornali d’opposizione non ha mai cessato di raccontare nei suoi articoli un Egitto che spesso ci siamo rifiutati di vedere, fatto di un popolo stanco e insofferente, disilluso ma pieno di risorse e soprattutto pronto a cogliere l’occasione per far sentire la sua voce chiedendo libertà e dignità. Una raccolta di questi articoli è adesso disponibile nel volume “La rivoluzione egiziana”, pubblicato da Feltrinelli e diventato già un preziosissimo vademecum per orientarsi nella complessa fase di transizione che sta vivendo l’Egitto nell’era post Mubarak.

Sabato 17 marzo, alle 18.30, parleremo di questo libro da GRIOT: interverranno alla presentazione Azzurra Meringolo, dottoranda presso il dipartimento di Studi internazionali dell’Università Roma Tre e autrice del libro “Il ragazzi di piazza Tahrir” – diventato anche un seguitissimo blog – e Francesca Sibani, responsabile della sezione Africa e Medio Orie

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