Informazioni che faticano a trovare spazio

John, il barbone scomparso nel nulla

Giovanni detto John. Oppure l’opposto. Comunque un barbone. Di Trastevere. Che è scomparso nel nulla. (Racconto dal vero).

Sono ormai passati alcuni anni – tre? quattro? – dalla scomparsa (non pensate al peggio) del popolarissimo John, barbone che era pure detestato perché ogni tanto aveva le sue mattane (specie contro le donne). John-Giovanni, di cognome forse Sounders (così mi aveva ri velato un giorno), era in origine uno scozzese che si era acquartierato a Roma da molti anni. Poi all’improvviso si è dissolto nel nulla. Perché? Perché un medico del San Gallicano – questa una delle possibili risposte – gli avrebbe regalato un biglietto per Londra, un low cost Ryanair. Possibile? Aldo Morrone, all’epoca angelus novus del San Gallicano, confermava: un medico aveva fatto molto probabilmente questo gesto. Resta il dilemma di cime John si sia presentato poi al metal detector di Ciampino. Ve lo immaginate? Però magari John-Giovanni si è invece sottoposto in estrema rilassatezza ai controlli doganali. A Londra, si dice, avrebbe avuto una sorella. Sarà andata davvero così?

Ma chi era John? Lo incontravi per Trastevere mentre smadonnava su qualunque argomento di attualità e non. Del resto l’attualità John-Giovanni l’aveva risolta da tempo: un giorno l’ho trovato mentre vicino ad alcuni sacchi di immondizie, frutto di qualche probabile ripulitura di cantina o di appartamento, se ne stava leggendo una vecchia copia di un “Paese Sera”. Mi aveva indicato i titoli, riguardavano la corruzione. Poi mi aveva detto: non è come oggi?

John aveva probabilmente ragione. Come barbone però non rinunciava ai momenti più bui della categoria. Tipo mangiarsi i pidocchi che si tirava fuori dai capelli o dalle ascelle. Per farlo si metteva su un certo gradino di via della Lungaretta e di fronte alle occhiate schifatissime dei passanti procedeva alla sua ripulitura_ingestiva.

Matto? Forse. Ma non al punto da non chiamare i vigili del fuoco quando scoppiava un incendio. All’epoca c’erano centraline telefoniche in giro, lui sapeva che per fare il 115 o altri numeri di emergenza non occorre avere una scheda. E così aveva chiamata con quel suo accento scozzese…

Il suo momento più alto è senz’altro l’autoinvito al pranzo col Papa. Nel senso che Giovanni Paolo II aveva convocato presso l’aula Nervi, tramite associazioni come Caritas ecc,  una quarantina di povericristi con cui fare il pranzo.

Ebbene, all’ingresso laterale presso  il Colonnato del Bernini ecco arrivare quel giorno John munito di un trafiletto strappato via dalla bacheca di Santa Maria in Trastevere: un ritaglio dell’Avvenire con su indicata la circostanza. Naturalmente le guardie svizzere non l’avevano fatto entrare ma per sua fortuna transitava in quel momento uno dei responsabili di Sant’Egidio che riconosciutolo lo ha fatto introdurre. E così John ha ricevuto dal papa un po’ di soldi e naturalmente ha mangiato.

John era molto geloso infine dei suoi posti in cui rifugiarsi di notte. Però per vanità alla fine uno me lo aveva voluto confidare. “Dormo sotto casa di Previti – mi aveva confidato non senza qualche preoccupazione…-, accanto ai vasi del ristorante Camponeschi di piazza Farnese…Sono un signore, no?”

E ora? Dove è finito oggi John-Giovanni? Chi ne ha notizie, prego, si faccia avanti…

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