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Squallide aggressione di No Tav a cronisti. Che fare però con la Tav? Forse l’idea di un referendum non è malvagia

Tirare colla in faccia a una cronista che fa il suo lavoro è particolarmente azione da vigliacchi.

Ma lo è anche ferire a una mano un altro cronista di Rainews, mentre viene distrutta una videocamera dell’emittente. I No Tav avevano già attaccato troupe tv, come quella del Corriere. Ora sembra diventare una norma, anzi un’abitudine. Azione da vigliacchi, ripeto, perché un cronista non è armato se non del suo microfono o del suo taccuino.

Che cosa dicono in proposito i capi del movimento? Nulla, mi pare. Se la prendono con la stampa perché a portata di mano. Vorrebbero attaccare il governo, aggrediscono poveri cronisti. Si dovrebbero vergognare. Hanno anche invaso Repubblica, senza peraltro lì alzare le mani. Meglio così. Lo squadrismo non è il modo più giusto di difendere interessi supposti di massa.

Detto questo, che fare con questa Tav? Mi pare senz’altro opportuna la proposta lanciata oggi da Adriano Sofri su Repubblica  di promuovere a questo punto un referendum. E’ senz’altro un modo migliore d i trattare la questione, meglio certamente del gettare colla in testa a cronisti e del muso duro mostrato dal governo Monti.

Quanto al Pd la scelta di assecondare il muso duro del governo fa piuttosto pena: più che ad altro, sembra ispirata dalla voglia di trovare un modo qualunque di rompere con Vendola e Di Pietro. Se vogliono rompere no riuscire con facilità. Ma il problema è da che parte sta la maggioranza degli italiani? Interpellarli non sarebbe una cosa sbagliata.

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