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Insugherata, un antico fontanile liberato dai rovi e riscoperto da un gruppo di marciatori

Resoconto di come un gruppo di marciatori trovò all’Insugherata nella periferia romana un antico fontanile totalmente ricoperto di rovi e dimenticato, e lo riportò alla luce.

La Fontana addormentata

A dicembre dello scorso anno è stato effettuato un sopralluogo nella Riserva Naturale dell’Insugherata; vi parteciparono rappresentanti di alcune associazioni romane che percorrono sentieri di pellegrinaggio insieme ad alcuni funzionari di Roma Natura, l’Ente Regionale che vigila su parchi e riserve naturali del Lazio. Il sopralluogo era stato sollecitato dalla Giovane Montagna di Roma e dal Gruppo dei Dodici al fine di concordare un percorso di attraversamento della Riserva da utilizzare nel percorso francigeno La Storta-S.Pietro, in modo da evitare i disagi e le brutture del percorso lungo le strade di gran traffico, per l’ingresso in città.

Nel corso del sopralluogo il guardia parco che ci accompagnava, ci mostrò un cespuglio particolarmente fitto, ma dalla forma molto regolare, un rettangolo. Scostando alcuni arbusti di rovo ci mostrò un manufatto completamente nascosto dai rovi: era una fontana, anzi un abbeveratoio per le greggi in transito lungo la valle dell’Insugherata, dirette verso il mare in autunno e verso i monti ad est nella tarda primavera.

Ma col tempo la fontana si deteriorò e si disseccò nella speranza che un giorno qualcuno la restituisse alla sua missione: dissetare animali e pellegrini in transito.

Contemporaneamente, ad Alberto ed a me venne in mente di organizzare una squadra di boscaioli dilettanti per liberarla dai rovi e ridarle l’acqua. Il guardia parco non ci scoraggiò, anzi ci fece capire che anche ridarle l’acqua non sarebbe stata un’impresa impossibile; infatti questa era alimentata da una vicina sorgente ancora esistente, anche se dissestata. La situazione della fontana è illustrata nelle prime due foto: la prima con una vista dall’alto, circoscritta da una fascia scura e la seconda di lato.

Decidemmo di attendere la primavera per organizzare la giornata della “Liberazione della Fontana”. L’invito conteneva una raccomandazione specifica: portate i bambini! L’idea di coinvolgerli alla manifestazione era dettata dall’atmosfera fiabesca della vicenda: una fontana addormentata e avvolta da rovi faceva pensare ad un incantesimo che nel passato aveva colpito una principessa, che ora attendeva i liberatori. In zona si tramandava una leggenda che più o meno recitava così:” Un giorno di primavera verrà un Giovane ………. direttamente dalla Montagna …….. per liberare la principessa dall’incantesimo” altri particolari non si conoscono. La vicenda si prestava anche a far percepire ai bambini la lotta in corso tra la natura che cerca di sopravvivere e le forze del male che tendono a trasformare gli ultimi spazi di verde della periferia romana in insediamenti edilizi di uno squallore, impensabile per una città visitata per le sue bellezze architettoniche; infine stimolare nelle giovani menti, dei futuri cittadini, il diritto di disporre di spazi verdi per i giochi all’aria aperta. La fiaba fu poi sviluppata a due voci e verrà sintetizzata in seguito.

Il 31 Marzo di quest’anno fu il giorno prescelto per la liberazione. Fu dato appuntamento ai soci della G.M. e ad altre associazioni interessate alla salvaguardia dei parchi sopravissuti. La chiamata non rimase inascoltata, una ventina di volontarie e volontari vennero all’appuntamento; numero più che sufficiente per compiere il lavoro.

Prima d’iniziare l’opera fu compiuto il rituale rito propiziatorio: consumare l’effige della fontana cesellata in pasta sfoglia su una base di ricotta e verdure di stagione.

Nel frattempo fummo raggiunti dal guardia parco, colui che ci mostrò la fontana incantata, accompagnato dalla moglie e da tre splendide figlie; anche le figlie in seguito s’impegnarono a fondo nell’impresa. Più tardi ci raggiunse anche un funzionario di Roma Natura ed a questo punto nulla più si frappose all’inizio dell’opera. La siepe fu affrontata con veemenza

e naturalmente sconfitta;

inizialmente da pochi, ma poi tutti si vollero cimentare e la siepe dovette cedere; non ne rimasero che i resti accuratamente ammucchiati fuori vista.

Al termine furono scattate le foto ricordo con la mattonella appositamente realizzata allo scopo, stavolta in ceramica, che verrà murata sulla fontana a restauro terminato

Il prossimo appuntamento sarà per festeggiare il risveglio della Fontana alias la principessa Sugherinda.

Testo Giuliano Borgianelli Spina

Foto   Giovanni Borgianelli Spina

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