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Lettera alle istituzioni contro la manifestazione nazifascista di Milano piena di croci celtiche

Lettera aperta.

Sig. Presidente del Consiglio
Sig.ra Ministro dell’Interno
Sig.ra Ministro della Giustizia
Sig. Prefetto di Milano
Sig Questore di Milano

Chi scrive, è cittadino di questa Repubblica, ne osserva le Leggi e ne rispetta la Costituzione.
Chi scrive sa come nasce la Costituzione di questo paese, conosce il sangue che è scorso durante la guerra di Liberazione dal fascismo e dall’occupazione nazista, vinta dai Partigiani alleati con il liberatori; conosce il senso che a questa Costituzione si diede proprio in risposta al ventennio di dittatura assassina e liberticida.
Noi conosciamo i simboli, le parole, le colpe e la memoria di quel ventennio. E sappiamo che non pochi ancora oggi conservano, per quella pagina di morte della libertà in Italia, una costante e patologica nostalgia. La domanda che ci è sorta come altre volte spontanea nelle ultime ore è : la Democrazia italiana, nata dalla lotta antifascista, ha dei limiti di espressione ? Qualunque espressione, anche la più palesemente coerente con quel passato, nei simboli e negli slogan, può essere espressa, senza divieti o limiti ?
Un giorno fa a Milano, città medaglia d’oro della Resistenza, 900 giovani appartenenti ai più noti gruppi dell’estrema destra extraparlamentare, hanno sfilato a Milano, facendo sventolare le loro bandiere bianche rosse e nere ( che strano ! proprio come quelle naziste del terzo reich ) con al centro la celtica, per ricordare l’assassinio di Sergio Ramelli.
Certo noi tutti potremmo stare zitti, rifugiare la nostra coscienza pigra dietro il diritto di espressione sancito dalla Costituzione nel sacrosanto Art. 21, verificare che la croce celtica non rientra in simboli storici del fascismo eventualmente passibili di ricadere in quanto previsto dall’Art. 4 della Legge Scelba del 1952, che punisce “chiunque pubblicamente esalti esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche” . Tutto ciò lo conosciamo e ci è già stato spiegato molte volte. Ma non basta più. Perlomeno a noi. Chi, come i firmatari di questa lettera, viene da famiglie dove il fascismo o il nazismo hanno inciso nella carne viva dei propri cari, chi come altri ha percorso la propria maturazione umana e culturale, nel solco della fede nella Democrazia e della Costituzione, sa che si sta oltrepassando un limite invisibile, quello del calpestamento della storia, dell’annientamento dei suoi insegnamenti. Anche il negazionismo in Italia non è reato, eppure sono tanti coloro che in Italia verificano con mano, nelle scuole e nelle piazze, quanto spazio stia prendendo il rischio di una riscrittura della nostra storia, proprio quella dove affondano le radici del nostro sistema democratico istituzionale.
Per questo facciamo appello a tutti voi, perchè simili manifestazioni non abbiano più a ripetersi, se il loro scopo palese è quello di dimostrare pubblicamente la ripresa di possesso, per i movimenti neofascisti, e per i simboli neofascisti, degli spazi delle nostre città. Perlomeno, sappiatelo, lotteremo, democraticamente, contro il silenzio di chi vede sventolare 900 bandiere con la croce celtica a Milano, città medaglia d’oro della resistenza, senza fiatare.

Michel Dreyfuss, Sara Elter, Emanuele Fiano.

abbiamo intenzione di raccogliere adesioni intorno a questa lettera di protesta contro la manifestazione nazi fascista di ieri sera, 29 aprile a Milano, in cui sono sfilati con le croci celtiche ben 900 imbecilli. Verrà resa pubblica ed inviata ai destinatari

Su Facebook si aderisce nella pagina “Lettera contro manifestazione nazifascista”, pagina creata dai tre primi firmatari (stasera alle 21 di martedì aveva superarto le duemila adesioni)

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