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“Quanto deve essere grande il cimitero di Lampedusa?”. Una serata a Roma con Giusi Nicolini, il sindaco dell’isola

Giusi Nicolini sindaco di Lampedusa, ospite speciale di un incontro – oggi giovedì 20 dicembre – al teatro Ambra della Garbatella. Con Laura Boldrini del Commissariato Onu per i Rifugiati, Jean Léonard Touadi parlamentare Pd, Shukri Said di Migrare, Bengasi Battisti sindaco di Corchiano (Comuni virtuosi). Conduce Silvia Resta della Sette.

E in apertura ecco la lettera di Giusi Nicolini all’Europa, a questo freddo continente che non sa più accogliere niente, chiusa fortezza dal cuore arido. Giusy ha dovuto accogliere da quando è sindaco 21 morti. !Quanto devbe essere grande il cimitero di Lampedusa?=”, chiede ora. “Sono indignata di fronte al silenzio dell’Europa…”.  Ma ecco la lettera della Nicolini:

“Sono il nuovo Sindaco delle isole di Lampedusa e di Linosa

Eletta a maggio, al 3 di novembre mi sono stati consegnati già 21 cadaveri di persone annegate mentre tentavano di raggiungere Lampedusa e questa per me è una cosa insopportabile. Per Lampedusa è un enorme fardello di dolore. Abbiamo dovuto chiedere aiuto attraverso la Prefettura ai Sindaci della provincia per poter dare una dignitosa sepoltura alle ultime 11 salme, perché il Comune non aveva più loculi disponibili. Ne faremo altri, ma rivolgo a tutti una domanda: quanto deve essere grande il cimitero della mia isola?

Non riesco a comprendere come una simile tragedia possa essere considerata normale, come si possa rimuovere dalla vita quotidiana l’idea, per esempio, che 11 persone, tra cui 8 giovanissime donne e due ragazzini di 11 e 13 anni, possano morire tutti insieme, come sabato scorso, durante un viaggio che avrebbe dovuto essere per loro l’inizio di una nuova vita. Ne sono stati salvati 76 ma erano in 115, il numero dei morti è sempre di gran lunga superiore al numero dei corpi che il mare restituisce.

Sono indignata dall’assuefazione che sembra avere contagiato tutti, sono scandalizzata dal silenzio dell’Europa che ha appena ricevuto il Nobel della Pace e che tace di fronte ad una strage che ha i numeri di una vera e propria guerra.

Sono sempre più convinta che la politica europea sull’immigrazione consideri questo tributo di vite umane un modo per calmierare i flussi, se non un deterrente. Ma se per queste persone il viaggio sui barconi è tuttora l’unica possibilità di sperare, io credo che la loro morte in mare debba essere per l’Europa  motivo di vergogna e disonore.

In tutta questa tristissima pagina di storia che stiamo tutti scrivendo, l’unico motivo di orgoglio ce lo offrono quotidianamente gli uomini dello Stato italiano che salvano vite umane a 140 miglia da Lampedusa, mentre chi era a sole 30 miglia dai naufraghi, come è successo sabato scorso, ed avrebbe dovuto accorrere con le velocissime motovedette che il nostro precedente governo ha regalato a Gheddafi, ha invece ignorato la loro richiesta di aiuto. Quelle motovedette vengono però efficacemente utilizzate per sequestrare i nostri pescherecci, anche quando pescano al di fuori delle acque territoriali libiche.

Tutti devono sapere che è Lampedusa, con i suoi abitanti, con le forze preposte al soccorso e all’accoglienza, che dà dignità di esseri umane a queste persone, che dà dignità al nostro Paese e all’Europa intera. Allora, se questi morti sono soltanto nostri, allora io voglio ricevere i telegrammi di condoglianze dopo ogni annegato che mi viene  consegnato. Come se avesse la pelle bianca, come se fosse un figlio nostro annegato durante una vacanza”.

Giusi Nicolini

Un lungo applauso accoglie la lettura della lettera. Poi è Giusi Nicolini a ricordare – suo il primo intervento – che a Lampedusa nessuno nasce più (si va in Sicilia per partorire), solo i figli dei migranti nascono sull’isola. Lei è l’unica dei figli della sua famiglia ad essere nata sull’isola, l’ultima. Ora dice che è ora di farla finita col vedere questi viaggi attraverso il mare come una calamità naturale, come un imprevisto increscioso. Non c’è nulla di imprevisto, dice. Attacca chi ha voluto far diventare tutto ciò un’emergenza, qualcosa di cui aver paura. I numeri dicono che a Lampedusa sono sbarcati in 25 mila durante l’ultima ondata, non è emergenza questa se non un’emergenza creata da Maroni e poi risolta dal “mago” Berlusconi. Giusi ricorda che anche il centro sinistra ha sottovalutato, ricorda Livia Turco che arrivata sull’isola le ha confessato di non aver capito subito. Prima cosa d’ora in poi, spiega il sindaco di Lampedusa, bisogna raccontare la verità. Come si può avere paura di quelli che arrivano? Sono persone che perlopiù non riescono neanche a stare in piedi, poco tempo fa – aggiunge – ho visto una donna con una protesi.

Sì, la destra ha costruito il nemico, le fa eco Jean Léonard Touadi. E noi della sinistra abbiamo balbettato. E così ancora oggi non sappiamo vedere la nuova Rosarno…

Gli africani, rivela Touadì, però ora non vogliono più venire in Europea, qui dove ci si batte per la vita ijn embrione o per quella terminale ma si lascia nel mezzo morire la gente in mezzo al mare.

Ed è Laura Boldrini ad aggiungere che ormail il 35% dei migranti sceglie la rotta sud-sud. E ricorda pure che l’80% dei rifugiati vive nel sud del mondo. Come a Gadab, la terza città di fatto in Kenya dopo Nairobi e Mombasa, che è un enorme campo di rifugiati da 500 mila persone. La Boldrini ricorda che la Giordania con i suoi 5 milioni di abitanti accoglie ben 200 mila siriani. E poi dice: se saliamo sulla metropolitana di Londra ci appare normale vedere tutto quel melting pot, se ci guardiamoi qui accanto vediamo il pericolo. E’ un pericolo che ci è stato inoculato…

Shukri Said ricorda poi che in nome dei somali maltrattati dall’Italia (la vicenda di via dei Villini con i suoi profughi in mezzo ai topi) è stato avviato un ricorso contro l’Italia di fronte alla Corte di Strasburgo.

E Bengasi Battisti infine dice che a Corchiano (4000 abitanti nel viterbese con 650 stranieri) verrà allestito un monumento in piazza con uno dei relitti approdati a Lampedusa. La cerimonia è prevista in primavera.

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