Informazioni che faticano a trovare spazio

Recuperate le preziose schede del prof Tullio Ascarelli sulle Fosse Ardeatine

Giacevano negli archivi dell’istituto di medicina legale di Macerata. Tredici fascicoli, 906 carte sparse, 86 fotografie. Attilio Ascarelli, il dottore delle ”Fosse Ardeatine” che si occupò nell’estate del 1944 della identificazione dei corpi delle vittime della strage perpetrata dai tedeschi il 24 marzo del ’44, aveva poi pubblicato a caldo nel 1945 un “sunto” di quel pietoso lavoro di ricostruzione del massacro che aveva lasciato nel buio delle cave un’informe massa di 335 poveri corpi in parte fatti a pezzi dalle bombe con cui i tedeschi avevano voluto completare l’opera. E più volte quel “sunto” è stato ripubblicato.

Finora però nessuno aveva pensato a rupubblkicare le cartre del professor Ascarelli. E così grazie al lavoro di tre storici e archivisti, Martino Contu, Mariano Cingolati e Cecilia Tasca, torna ora alla luce un materiale finora inedito che impegnerà gli storici a questo punto su nuovi filoni. Uno per tutti: emergono dalle carte di Ascarelli numerosi nomi di spie e traditori che fecero arrestare gli antifascisti, ex militari ed ebrei trucidati poi alle Fosse Ardeatine. Sono nomi registrati scheda per scheda, i nomi fatti a caldo dai parenti disperati di fronte all’orrore.

Il merito della nuova pubblicazione “I martiri ardeatini, carte inedite 1944-1945”, sottotitolo “in onore di Attilio Ascarelli a 50 anni dalla scomparsa”, AM&D editore, è innanzitutto di restituirci 291 schede di “martiri” (così l’intestazione di ogni scheda) redatte con l’aiuto dei familiari in quell’estate del 1944. Le schede contengono preziose annotazioni che ridanno corpo alle vittime, riferendoci moltissimi dati: quelli anagrafici, politici, religiosi, professionali, del servizio militare, sull’eventuale appartenenza a formazioni politiche, ma soprattutto con la descrizione delle  circostanze dell’arresto e quanto poi ne è conseguito in termini di detenzione fino all’eccidio finale. E’ in questo contesto che tornano tristi cognomi di spie e torturatori, dalla traditrice ebrea Celeste Di Porto a una certa Luciana Ferrari da Giulianova, passando per Mauro de Mauri, Biarutti, E.Antonini, E.Grassi, Federico Scarpato, Pitocchi…C’è anche un certo avvocato Francesco Pascale che intascati i soldi per la difesa di un arrestato  non si fece più vedere. “Abbiamo controllato i nomi uno per uno, per non commettere errori  – spiega Cecilia Tasca -.Inoltre per ogni scheda troverete una bibliografia di riscontro”.

Non è l’unico materiale che riemerge dagli archivi di Macerata, una seconda massa di schede riguarda le relazioni sulle riesumazioni dei corpi. Costituiranno il secondo volume Ascarelli in uscita a gennaio. Note dolenti? Se non si digitalizza l’archivio prima o poi andrà perduto. E intanto la sede dell’Anfim è in via di chiusura, con l’associazione privata di ogni sovvenzione. Una vergogna.

Paolo Brogi

(articolo uscito sul corriere della sera cronaca di Roma oggi 18.12.12)

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