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Adro, dieci maestre si tassano (30 euro al mese) per far mangiare i 15 bimbi di famiglie povere e morose

Trenta euro al mese per garantire un pasto caldo e lo scuolabus, servizi negati a quei 15 bimbi provenienti da famiglie morose. Così una decina di maestre ha deciso di autotassarsi per non assistere più alla scena pietosa di quei piccoli emarginati al tavolo della mensa, perché mamma e papà non ce la fanno a pagare.

Scoppia di nuovo il caso-mensa ad Adro e le maestre, stanche di polemiche e riflettori puntati sulla scuola Gianfranco Miglio, hanno deciso di organizzarsi per il bene dei loro bimbi.

Sono per lo più figli di stranieri, i cui genitori hanno perso il lavoro e non hanno nessuno a cui rivolgersi: non dispongono certo di quella rete parentale che generalmente fa da paracadute nei momenti bui.

In realtà la mensa di Adro è balzata agli onori delle cronache già tre anni fa, quando la decisione del sindaco leghista, Oscar Lancini, di non dare più da mangiare ai bimbi delle famiglie morose, suscitò non poco scalpore. All’epoca intervenne l’imprenditore-benefattore Silvano Lancini che sanò il debito di quelle famiglie,guadagnandosi anche il titolo di Cavaliere della Repubblica.

Poi, dinanzi alle pressanti richieste affinché il comune si assumesse la responsabilità di aiutare quella dozzina di famiglie indigenti, il sindaco perentorio, rispose così: “Le famiglie in difficoltà economica sono già state messe nella fascia bassa di spesa -aveva detto il sindaco al Corriere – e spendono poco più di un euro a pasto. Come si fa a spendere meno?”. Ma si da il caso che alcune di quelle famiglie non riescono nemmeno a pagare l’affitto e che con due o tre figli a scuola è difficile trovare 60 o 90 euro al mese per la mensa.

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