Crocetta spegne il Muos? Revocate le autorizzazioni al megaradar Usa di Niscemi, l’atto è pronto, ma Crocetta non ha ancora firmato
mercoledì, 6 Febbraio, 2013Crocetta sta per revocare le autorizzazioni al Muos. La notizia resta confinata in Sicilia? Partyiamo dal comnunicato dell’Ars:
Comunicato ufficiale dalla presidenza della Regione Sicilia : “Vista la nota prot.82 gab. 11/01/2013 con la quale è stato avviato il procedimento di sospensione delle autorizzazioni concesse dalla regione per la realizzazione del Muos; considerata la mancanza di indagini preliminari circa le interferenze del Muos rispetto alla navigazione aerea dell’aeroporto di Comiso e l’assenza di studi sui danni arrecati alla salute dalle onde elettromagnetiche sviluppate dal sistema Muos; tenuto conto che la Marina militare Usa non ha ancora sospeso i lavori che sussistono i motivi come sopra esplicitati per la revoca delle autorizzazioni concesse, la Giunta delibera: di dare mandato all’assessore al Territorio e Ambiente Mariella Lo Bello e al dirigente generale di avviare immediatamente il procedimento per la revoca delle autorizzazioni prot. 43182 del 28/06/2011 e prot. 36783 del 1/06/2011”.
Però secondo Libera informazione Crocetta non ha ancora firmato il provvedimento che è pronto. Ecco il post:
Muos in Sicilia, si attende la firma della revoca da parte del presidente della Regione
di Enrica Frasca Caccia e Daniela Sammito* il 6 febbraio 2013. Sicilia
C’è grande fermento oggi in Sicilia. Da un momento all’altro, si aspetta la firma del Presidente Rosario Crocetta a convalida del documento di revoca delle autorizzazioni del MUOS. Nella serata di martedì 5 febbraio la Giunta regionale ha dato mandato all’assessore al Territorio e all’Ambiente Mariella Lo Bello e al dirigente generale di avviare immediatamente il procedimento per la revoca delle autorizzazioni concesse nel 2011 per l’installazione delle parabole. La mancanza di indagini preliminari circa le interferenze del Mobile User Objective System rispetto alla navigazione aerea dell’aeroporto di Comiso e l’assenza di studi sui danni arrecati alla salute degli esseri umani e all’ecosistema dalle potenti onde elettromagnetiche sviluppate dalle antenne satellitari in costruzione a Niscemi, hanno indotto la Regione a non rimandare oltre la decisione della revoca. La notizia è giunta in conclusione di una intensa giornata che ha visto riunirsi le Commissioni Ambiente e Sanità dell’Ars per discutere la questione MUOS. La seduta si è svolta alla presenza e con il contributo di studiosi, esperti e degli attivisti dei Comitati di base No MUOS, che in questi mesi hanno interpellato con forza ed insistenza i vertici del Governo regionale, perché si addivenisse alla sospensione dei lavori di edificazione dell’eco-mostro statunitense a Niscemi.
Ciò che si auspica ora non è soltanto la firma dell’atto, ma anche e soprattutto la sua effettiva messa in pratica, come si legge in una nota diffusa dal Coordinamento Regionale dei Comitati No MUOS: “Per quanto apprezziamo questa dichiarazione, che per ora resta puramente di intenti, ma che speriamo si traduca subito in concreti e conseguenti atti amministrativi, considerate anche le prese di posizione assunte fino ad ora dal governo nazionale, in particolare le gravissime esternazioni del ministro Cancellieri che dichiarava il sito del MUOS ” ‘area di interesse strategico per la difesa nazionale’, riteniamo sia necessario non abbassare ancora la guardia”. Il Coordinamento ha sottolineato come, ad oggi, si sia effettivamente pervenuti al blocco dei lavori solo quando gli attivisti hanno fermato i mezzi in entrata e in uscita dalla base, attuando la ‘revoca dal basso’. Non a caso, a poche ore dalla notizia dell’avvio del procedimento di revoca, nelle prime ore del mattino, circa trenta attivisti, costantemente in contatto con il Presidio No MUOS di C.da Ulmo, hanno effettuato i blocchi davanti a due cancelli. Una mini gru è stata costretta a indietreggiare e, intorno alle 11:00, anche un furgone con a bordo alcuni operai è stato respinto“. “Ricordiamo inoltre alle autorità del Governo Regionale che esse restano ancora controparte del Comune di Niscemi nel procedimento da questo avviato per la revoca delle autorizzazioni amministrative giudizio pendente al TAR di Palermo numero 1864/2011: se l’intenzione della regione è veramente quella di bloccare i lavori e revocare le autorizzazioni, è un palese conflitto di interessi rimanere parte in causa contro il comune nel suddetto procedimento”, continua il Coordinamento.
La lotta di Comitati e attivisti non si esaurisce con lo smantellamento del MUOS, dato che un ulteriore scopo perseguito dai No MUOS è la completa dismissione delle 41 antenne del sistema NRTF, presenti all’interno della Sughereta di Niscemi dal 1991, le cui emissioni superano i limiti imposti dalla legge. Finché il provvedimento non avrà incidenza pratica, l’azione concreta degli attivisti e dei cittadini, rimane, per il Coordinamento, l’unica reale azione di opposizione al MUOS. L’attività del Presidio Permanente e degli attivisti dunque continua, come sottolineato qualche ora fa da Peppe Cannella del Comitato di Base No MUOS di Modica, che ha preso parte all’ultimo blocco dei mezzi: “Abbiamo esercitato il diritto alla disobbedienza contro i ladri di vita e i signori delle guerre. Deputati regionali, assessori, operatori dell’informazione, istituzioni, cittadini, devono sapere che i cantieri del MUOS sono ancora oggi aperti e funzionanti e che la fionda non-violenta No MUOS non si fermerà fino a quando non verranno smontati parabole in costruzione e antenne funzionanti! Aspettiamo la delibera di revoca della Giunta Regionale, ma siamo convinti che la lotta é ancora dura e lunga e per questo chiamiamo alla presenza ai blocchi di mattina e all’umana e pacifica insorgenza”. Certo, è prevedibile che lo stop della Regione alla costruzione della stazione satellitare statunitense non basti a sospenderne definitivamente i lavori. Anche perché il Governo nazionale, attraverso le parole del ministro Cancellieri, si era già dichiarato a favore del MUOS. Ciò che si profilerebbe, in tal caso, è un conflitto di attribuzioni, di competenze tra Stato e Regione. E alla Regione non resterebbe altra alternativa che il ricorso alla Corte costituzionale.
* Enrica Frasca Caccia e Daniela Sammito per “Il Clandestino” – Foto a cura di Andrea Scarfò
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