Gli ebrei di Padova non ci stanno alla demolizione di Giorgio Perlasca e lo dicono a chiare lettere in una nota emessa oggi.
Rispondono così all’assunto di un giornalista spagnolo, Arcadi Espada, intervistato dal Corriere della sera per il suo libro appena uscito “En nombre de Franco”. Secondo Espanda il vero salvatore degli ebrei a Budapest sarebbe stato l’ambasciatore Angel Sanz Briz. La contestazione di Espada è che Perlasca non avrebbe saputo nè sapeva l’ungherese né il tedesco. Per salvare gli ebrei avrebbe avuto bisogno di un interprete che non viene citato mai. Ecc ecc.
Sulla materia il Consiglio della Comunità ebraica di Padova ha emesso la seguente nota:
“Il Consiglio della Comunità ebraica di Padova, riguardo all’articolo pubblicato dal Corriere della Sera del 10 aprile che ha riportato all’attenzione dell’opinione pubblica la figura di Giorgio Perlasca, intende chiarire quanto segue.
Il padovano Giorgio Perlasca ha contribuito al salvataggio di oltre 5200 ebrei, così sfuggiti alla barbarie nazista e di quanti collaboravano a questo fine in quell’oscuro periodo dell’umanità.
Questa realtà, per noi che abbiamo conosciuto personalmente Perlasca, che abbiamo letto i libri a lui dedicati, che abbiamo apprezzato la maniera oggettiva di presentare gli avvenimenti e le persone con cui svolgeva una relazione, la grandiosa capacità di sfruttare i ridotti mezzi economici e comportamentali, la schietta unicità del principio che lo spronava, resta indiscutibile e incontrovertibile: l’operato di un Giusto delle Nazioni, a prescindere da qualunque valutazione soggettiva, è motivo di perenne gratitudine.
Chi salva una vita, salva il mondo intero”.
Sulla materia interverrà ora il figlio di Perlasca, di cui si attende un’intervista sul Corriere della sera.