Informazioni che faticano a trovare spazio

Il Vaticano di Paolo VI a fianco di Pinochet. I massacri e la repressione del 1973: “propaganda comunista”. Una linea seguita anche da Woytila poi immortalato alla Moneda col dittatore

Esagerazioni della propaganda comunista. Così il Vaticano giudicava la situazione in Cile nel 1973 durante i mesi del golpe di Pinochet. I cabli di Mons Benelli, sostituto del Segretario di Stato, dunque braccio destro con Cicognani del Papa Paolo VI. Questo era l’orientamento del Vaticano come è emerso dai cabli con Kissinger, che com’è noto aveva appoggiato fin dall’inizio il golpe. Qui di seguito l’Agence France Press del settore spagnolo per l’America Latina. La notizia uscita anche in Italia sui giornali è stata in genere ridotta ad articoletti quasi a carattere storico. Tipo, toh cosa pensavano in Vaticano del Cile…

Le conseguenze di questi cabli si fecero presto sentire con l’isolamento progressivo del cardinale Enriquez a favore di monsignori più allineati. Vergogna. Tremila desaparecidos, carceri piene, omicidi politici all’estero, migliaia di esiliati, terrore e persecuzione per oltre quindici anni. Ecco il Cile “assolto” da Mons Benelli e da Paolo VI.

Non è un caso sfortunato poi che Giovanni Paolo II si sia mostrato sorridente durante la sua visita in Cile dal balcone della Moneda – poco sopra dove è stato ucciso Salvador Allende – a fianco del dittatore Augusto Pinochet.

Anche Woytila agiva dunque sulla stessa linea compromissoria. Questo è stato il Vaticano a fianco dei dittatori più spietati dell’America Latina. Vaticano d’ordine, contro i preti della Teologia della Liberazione, pronto a chiudere gli occhi sugli abusi più evidenti. E veniamo al Papa d’oggi: tante lodi e tante novità, ma il 24 marzo alla vigilia della Pasqua Bergoglio si è ben guardato dal dire qualsiasi cosa sull’anniversario dell’omicidio dell’arcivescovo del Salvador Oscar Romero. Curiosa dimenticanza, no?

Ecco Afp di lunedì scorso:

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Vaticano desestimó los crímenes de Augusto Pinochet en Chile, según Wikileaks

El Vaticano calificó en 1973 de “propaganda comunista” los informes de matanzas perpetradas por el dictador chileno, según documentos diplomáticos y de inteligencia estadounidenses de la época filtrados este lunes.

08/04/2013

Roma. (AFP). El Vaticano calificó en 1973 de “propaganda comunista” los informes de matanzas perpetradas por el dictador chileno Augusto Pinochet, según documentos diplomáticos y de inteligencia estadounidenses de la época filtrados este lunes publicó un cable fechado del 18 de octubre 1973, enviado a Washington por la embajada de Estados Unidos ante la Santa Sede, en el que se reproducía una conversación con el entonces secretario de Estado adjunto del Vaticano, Giovanni Benelli, sobre este tema.

En esta conversación, Benelli expresó “su profunda preocupación, al igual que la del Papa, sobre una campaña internacional izquierdista que tergiversa completamente, y con éxito, la realidad de la situación chilena”, describe el cable enviado al entonces secretario de Estado estadounidense, Henry Kissinger.

“Benelli etiquetó la cobertura de los acontecimientos como del mayor éxito de la propaganda comunista”, dice el cable, añadiendo que el monseñor italiano dijo que esta es una muestra “de cómo los comunistas podrán influir en los medios de comunicación del mundo libre en el futuro”.

“Como es natural, desafortunadamente, tras un golpe de Estado -comentó Benelli- ha habido sin duda derramamiento de sangre” en Chile.

Pero Benelli agregó que los obispos chilenos le habían asegurado que “las noticias sobre represalias brutales en medios internacionales eran desafortunadas”.

Esta conversación tuvo lugar cinco semanas después de que el general Augusto Pinochet derrocara al régimen socialista de Salvador Allende.

Benelli, era entonces el sustituto del cardenal Giovanni Cicognani, Secretario de Estado de la Santa Sede, quien era muy anciano para cumplir con las funciones de número dos del Vaticano .

La mano derecha del papa Pablo VI, que había sido su secretario privado por años cuando era el cardenal Giovanni Battista Montini, se encargaba de los asuntos diplomáticos más delicados del papado, llegando a ser apodado el “Kissinger del Vaticano ” por su visión autoritaria y anticomunista del mundo.

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