Igiaba Scego e le domande incredibili che Lucia Annunziata ha fatto al ministro Cecile Kyenge
lunedì, 6 Maggio, 2013Domenica Lucia Annunziata in tv sulla Sette si è dedicata a una serie impressionante di domande molto cretine (per usare un eufemismo) al ministro Cecile Kyenge. Igiaba Scego che ha ascoltato interdetta replica ai tic dell’Annunziata in questo modo. Da Corriereimmigrazione:
A proposito del’intervista di Lucia Annunziata al ministro dell’Integrazione, Cécile Kashetu Kyenge. Igiaba Scego ci spiega perché le ha rovinato la domenica.
Mi sono rovinata la Domenica! Giuro non erano queste le mie intenzioni. Ma è andata così. Il mio piano era perfetto, però… Porta Portese, passeggiatina, un buon affare in qualche bancarella e poi a casa da mia cugina Zahra, pranzo da nababbi, pastarelle, riposino, WOW insomma. La perfezione domenicale.
Però qualcosa è andato storto da subito. Ha piovuto come Dio la mandava, mi sono fracicata tutta, le bancarelle non le ho praticamente viste e sì, l’unico affare che ho fatto è un foulard bianco a tre euro, poca cosa rispetto alle grandi manovre che avevo in mente. Dopo la preghiera del Dohr mi sono messa in salotto a chiacchierare con la mia famiglia (anzi parte della mia famiglia) somalo-napoletana-romana-mogadisciana-bravana. Eravamo lì tutti a mangiare sereni e con le nostre belle sfumature di colore in bella mostra. Praticamente intorno alla tavola nessuno aveva il colore dell’altro. Ma eravamo lo stesso una parte di questa Italia sempre più meticcia e plurale.
Pensate quindi alla nostra gioia quando il TG3 ha annunciato che l’ospite di Lucia Annunziata a In mezz’ora era nientepocodimeno che la neoministra all’Integrazione (ma sarà mai possibile cambiare il nome a questo ministero? Francamente è proprio brutto) Cécile Kyenge Kashetu. Per farle onore ci siamo messi lì tutti in silenzio ad ascoltarla. Volevamo bearci della sua voce pacata e delle sue parole di miele. Ma accidenti non avevamo messo in conto le domande della giornalista.
Io non voglio dare giudizi sulla figura di Lucia Annunziata, ho troppo rispetto delle persone per attaccarle sul piano personale. Ma sulle domande che la giornalista ha fatto al neoministro ho da dire eccome. Da donna nera e italiana mi sono sentita offesa… umiliata… presa in giro anche.
Ho avuto la sensazione per tutta l’intervista di assistere ad un’autopsia con annessa vivisezione. La neoministro ha risposto a tutto con la pacatezza che abbiamo imparato tutti a conoscere in questi giorni, ma le domande francamente erano davvero imbarazzanti. Mi sono chiesta se al posto della neoministro Kyenge fosse stata presente una Laura Boldrini o una Emma Bonino, le domande sarebbero state le stesse? Credo di no. Sono sicura che la prima domanda sarebbe stata politica in quel caso e non si sarebbe saltati tipo cavalletta a quesiti da antropologo dilettante. Quando la signora Annunziata ha detto «la cosa più intrigante della sua biografia è che lei ha 38 fratelli» non ha fatto un favore alla ministro Kyenge e nemmeno a noi che di questa Italia plurale facciamo parte. Per me donna, nera, italiana mi “intrigano” della Cécile Kyenge Kashetu altre cose, mi intriga il fatto che la ministro Kyenge si è fatta da sola, che è medico, che ha avuto un percorso politico, che è stata protagonista di lotte per i diritti e l’autodeterminazione, ecco cosa mi intriga di lei. Il resto è biografia, percorsi, intrecci, intimità. Non “amenità” da trattare come stravaganti. Ecco.
E poi da donna, nera, italiana non mi importa se la ministro è poco o tanto cattolica. Davvero non mi importa, penso siano affari suoi come vuole vivere la sua spiritualità. Io credo da musulmana che ognuno sia libero di vivere la religione come meglio crede. Non mi sognerei mai di chiedere ai miei amici ebrei «ehy scusa ma sei tanto o poco ebreo?» come oggi la signora Annunziata ha fatto con il ministro Kyenge.
Ma l’apoteosi, il culmine dell’orrore, è stato quando la signora Annunziata ha ribadito e con una certa serietà: «Lei dalla sua Africa si porta dietro una quota di non so, poligamia, animismo. Sa che questo diciamo potrà esserle imputato prima o poi». Non credevo alle mie orecchie, GIURO! Ha detto davvero: «Potrà esserle imputato?». Ma la signora Annunziata ha presente cos’è l’Africa? Ha mai letto Wole Soyinka o Chimamanda Adichie? Sa che l’Africa è modernità? Sa che è un continente? Sa che l’Africa non è una, ma tante? Sa che molti paesi africani hanno tassi di alfabetizzazione informatica molto più alti dell’Italia? Davvero la signora Annunziata pensa ancora che l’Africa sia il paese dei Bonga Bonga?
Ho temuto per un attimo che di sottofondo partisse davvero la canzone di Nilla Pizzi Bongo Bongo stare bene solo al Congo. Poi mi sono chiesta se era possibile che i media trattassero Cécile Kyenge Kashetu, ministro della Repubblica italiana, nello stesso identico modo con cui gli scenziati di fine ottocento hanno trattato il corpo di Saartjie “Sarah” Baartman, meglio conosciuta come Venere Ottentotta?
La storia di Saartjie è nota. La povera Sarah era una donna khoisan che fu esibita come fenomeno da baraccone per i circhi di Gran Bretagna e Francia. La donna fu motivo di curiosità morbosa per le sue natiche enormi e le labbra della sua vagina che sporgevano di oltre 8 cm. Saartjie, nome che poi non è il suo originale, anche da morta non ha avuto riposo. Fino al 1974 i suoi genitali e il suo cervello furono esposti al musée de l’Hommes a Parigi. Solo dopo la fine dell’Apartheid e grazie al grande Nelson Mandela i resti di Saartjie furono riportati in Sudafrica per ricevere degna sepoltura.
Chiaro la situazione del ministro Kyenge nello studio Rai era molto diversa, grazie a Dio, e non c’era, probabilmente, quella volontà della giornalista Rai di “ferire”. Ma il programma ha ferito eccome. Non solo me. Asha Sabrie, una mia amica italiana/somala come me, per esempio mi ha scritto che non ce l’ha fatta e ha cambiato canale. E forse dovevo cambiare canale anch’io a ben vedere. Ma si sa ad ogni torta manca una ciliegina e anche In Mezz’ora non ci ha privati di tale tradizione… purtroppo. E io quella ciliegina non me la volevo perdere. Ormai dovevo andare fino in fondo con quel programma.
La signora Annunziata si è collegata, ad un certo punto del programma, con gli studi di Milano dove aspettava di intervenire Davide Piccardo del Caim, Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano. Non solo la giornalista Rai si è rivolta al signor Piccardo dandogli del tu (i giovani non meritano il lei?), ma si è lanciata in qualcosa che in qualsiasi altra Tv europea sarebbe stata considerata una gaffe oltremodo imbarazzante. Ecco cosa ha chiesto (anche se tra le domande c’erano parecchie affermazioni e ambiguità direi) la signora Annunziata al signor Piccardo:
«Lei è italiano, no? Lei è italiano… ma è musulmano, perché? È convertito o viene da una famiglia musulmana? Io lo so… vorrei che lo dicesse agli altri perché nel NUOVO MONDO dobbiamo dare patenti molto specifiche su chi è chi».
Dovevo cambiare in quel momento credo. Patenti molto specifiche? Chi è chi? Non so perchè ho pensato al Marchese del Grillo quando diceva: «Ah… me dispiace, ma io so’ io… e voi non siete un cazzo!».
E sì, lo confesso mi è venuto da ridere.
Poi ho pensato «Ma Igi cosa ci metteresti nella tua patente molto specifica?».
E sì, forse la prima cosa, lo ammetto, metterei la fede romanista. Ma ecco sarebbe sufficiente alla signora Annunziata Totti Gol come patente di alterità?
Comunque Davide Piccardo, quando la signora Annunziata, non paga della sua spiegazione, gli ha chiesto: «Però è perfettamente italiano?», ha risposto: «Sono perfettamente italiano tanto quanto la ministro Kyenge».
Lì ho pensato Bravo Davide, hai dato la migliore risposta possibile alla peggiore domanda di sempre.
Grazie!
Igiaba Scego
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