Informazioni che faticano a trovare spazio

Che risate, caro Vendola, fanno fare i giornalisti maltrattati…

Il giornalista chiede.

Gli interpellati a volte, pur di sottrarsi alle domande, possono arrivare pure ad alzare le mani.

C’è anche chi arriva a menare.

Una volta è capitato anche a me, ma era un nazista quello che avevo di fronte e che il giornale mi aveva mandato ad interpellare (il che non giustifica granché, però spiega…)..

Più facile per un cronista essere poi additato come provocatore

Più facile essere liquidati con l’aiuto dell’intervento degli staff.

Più facile non ricevere risposte.

Dunque, ciò che documenta il video da tre anni in circolazione sulle domande del giornalista di Blustar a Riva per i tumori dell’Ilva e sul relativo intervento censorio (brutalmente censorio, con lo scippo del microfono) del portavoce dell’Ilva non è uno spettacolo portentoso e talmente inusuale da far provare un brivido di piacere in chi sta dall’altra parte della barricata. No, è qualcosa di miserevole che è già successo e che la dice lunga su come poteri forti si misurino con i media.

Spiace che sia Nichi Vendola a compiacersene, stavolta, anzi a riderne a crepapelle, perché si compiace di una scena degna più di un paese dittatoriale che non dell’Italia di oggi.

Se poi si evoca Lombroso e si definisce il volto del malcapitato di turno come una “faccia da provocatore”, gratuitamente aggiungendo che si tratta di “gente senza arte né parte”, si entra in un territorio in cui Vendola dovrebbe sentirsi alquanto a disagio: quello della liquidazione dell’avversario attraverso insulti legati all’aspetto, alla corporeità, alla faccia…

Se Vendola avesse detto che quella sui tumori era una domanda da provocatore –difficile dirlo però, visto ciò che già nel 2009 veniva fuori a Taranto – avrebbe fatto una critica difficilmente sostenibile, ma pur sempre possibile.

Invece ha detto “faccia da provocatore”. E qui francamente non ci siamo o meglio siamo all’insulto gratuito, lombrosiano.

Detto questo mi è venuto il dubbio che l’emittente Blustar potrebbe avere caratteristiche a me non note, standomene a parecchie centinaia di km dalla loro antenna. Così ho fatto per ulteriore scrupolo un paio di telefonate in Puglia per saperne di più. E ho saputo che non c’è granché da sapere e cioè che Blustar è una delle tante emittenti locali pugliesi.

E allora? Allora continuo a pensare che Nichi Vendola dovrebbe chiedere scusa al giornalista le cui disavventure lo hanno fatto tanto ridere e che gli ha fatto pronunciare anche quelle definizioni così poco carine. Farebbe bene a farlo, sarebbe un gesto di civiltà.

Lo farà? Credo che non lo farà.

Perché non lo farà? Vendola è una persona intelligente, il suo modo di argomentare è assai interessante e fascinoso, in questo caso siamo però irrimediabilmente all’opposto.

Non lo farà insomma, questo al momento penso, perché come altri rappresentanti politici non pare nutrire granché fiducia nei media accusati di essere molto spesso mossi solo dai potentati che hanno dietro di sé. Una visione, se è così, che aldilà di ovvie considerazioni sulla stampa e sulle imprese editoriali dimentica l’esistenza della libertà di stampa e di fatto diventa oscurantista e intrisa di ignoranza. Solo così si spiega lo scoppio di risa quando una persona (può essere un giornalista ma anche no) viene fatto inciampare e cadere. Ahahahah che spasso.

A spassarsela con Vendola c’era anche il suo capogabinetto. Dovrebbe essere, salvo modifiche di cui non sono al corrente, Davide Pellegrino. E chi è costui? E’ tra l’altro il coniuge della Presidentessa dell’Ordine dei Giornalisti della Puglia, Paola La Forgia.

Mi chiedo: anche la coniuge del capogabinetto di Vendola è stata poi trascinata in questa ondata di ilarità? Mi immagino il rientro a casa del capogabinetto di Vendola. Magari trova la moglie e sai che risate su quel cronista di Taranto, ma sì quello che il presidente dice avere una faccia da provocatore…sai che risate. Sarà andata così?

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