Informazioni che faticano a trovare spazio

Invece di difendere la sua penosa telefonata col portavoce dell’Ilva, Vendola si scusi piuttosto col giornalista vittima del portavoce

http://video.corrieredelmezzogiorno.corriere.it/strappo-microfono-direttore-abbate/cm-180832

Questa è la scena che si è verificata quando Luigi Abbate di Blustar Tv, emittente tarantina (che non conosco ma che immagino piccola emittente locale), ha cercato di fare una domanda a Riva sui tumori provocati dall’Ilva.

Riva interpellato prima dice farfugliando che non risponde così…, poi aggiunge che il dibattito sui tumori non sta in piedi. Allora ci siamo inventati tutto?, chiede Abbate. “La sua opinione è completamente falsa…”.

A quel punto Archinà, portavoce dei Riva, strappa il microfono dalla mano del giornalista e si allontana.

Il giornalista protesta per un po’ ad alta voce, non si fa intimorire e chiede il suo microfono, alla fine gli viene restituito. E Abbate torna a chiedere dei tumori.

A quel punto Archinà si mette tra il giornalista e Riva, per impedire il colloquio. Fine del video.

Questa è la scena che ha fatto tanto ridere Nichi Vendola e il suo capogabinetto (un quarto d’ora, dice Vendola al telefono ad Archinà). Il giornalista viene definito “faccia da provocatore” e poi in conclusione “gente senza arte né parte”.

La telefonata che Vendola denuncia parlando con repubblica.it come “decontestualizzata” (ma quale deve essere il contesto?) è particolarmente penosa.Innanzitutto è’ Vendola a chiamare. E lo fa per complimentarsi con Archinà per la scena che alcuni amici gli hanno fatto appena vedere, al suo ritorno da un viaggio in Cina.

Vendola si dichiara “molto colpito”, ride, definisce “uno splendido scatto felino” l’aggressione al giornalista. Che cos’altro è infatti se non un’aggressione il fatto che il portavoce della più grande fabbrica italiana, sotto accusa per il disastro ambientale e sanitario provocato, “rubi” il microfono a un cronista? E che poi impedisca di fatto la prosecuzione della domanda a Riva, arrivando a ostruire il passo al giornalista…

Un quarto d’ora a ridere. Una scena fantastica….

Il tono è da apprezzamento sportivo, quasi. La conclusione è quel mettersi a disposizione dicendo che “il presidente (cioè lui) non si è defilato”.

Cosa ha replicato oggi a Repubblica.it Nichi Vendola?

Invece di ammettere l’errore di una confidenza di questo genere – confidenza con uno che strappa i microfoni di mano e che propriuo per questo viene incredibilmente  apprezzato – Vendola parla di tentativo di linciaggio, di sciacallaggio, pretendendo di stabilire che con la pubblicazione della telefonata “si vuole devastare la persona dotata di sensibilità umana”, cioè lui.

Conclusione: un tentativo, dice,  di fare un processo prima, nelle piazze, e di avere una facile condanna.

La giornalista di repubblica.it che lo ha chiamato però gli chiede conto di quella “confidenza con Archinà, una persona che un contenzioso”…. Che dire?

E qui Vendola spiega che Archinà è il portavoce della più grande fabbrica italiana. Stop.

Un po’ pochino per giustificare tutto quel ridere.

“La confidenza è legata al fatto che noi cercavamo di mettere le centraline…”.

E quindi Vendola spende per sé le lodi di chi – di fronte a una lunga omertà di stato – ha cercato di imporre per primo un percorso di ambientalizzazione all’Ilva.

Vero. Verissimo. Ma perché chiamare Archinà per complimentarsi di aver aggredito un giornalista “reo” di chiedere conto dei tumori intorno all’Ilva?

Forse era meglio inviare un fax, per convocare un incontro teso a imporre un processo di ambientalizzazione.

I fax perlomeno non fanno risate.

La prossima volta usi un fax, presidente Vendola.

Prima però, se io fossi lei, mi scuserei  con il giornalista che ha la faccia che ha ma che le domande ha cercato di farle giuste.

p.s.: il capogabinetto che ha così a lungo riso con lei per “lo scatto felino” è per caso ancora Davide Pellegrino, sposato con Paola La Forgia presidente dell’Ordine dei giornalisti della Puglia?

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