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Lampedusa, nasce il presidio sanitario permanente per gli immigrati

L’annuncio dell’Asp 6 di Palermo

Immigrati: nasce il presidio sanitario
permanente a Lampedusa

03 dicembre 2013

di Lorenzo Anfuso

Non solo un giorno per non dimenticare, ma soprattutto uno per fare qualcosa di concreto. L’Asp 6 di Palermo è diventato per un giorno luogo in cui ricordare la tragedia di Lampedusa, a due mesi da quel nefasto giorno in cui morirono in mare 366 persone, con autorità, volontari e semplici cittadini che riuscirono a strapparne 155 dalla morte nelle acque antistanti l’isola siciliana. Si è discusso non solo di politiche dell’immigrazione, ma anche di medicina umanitaria, ossia una pronta ed efficace assistenza nei confronti di migranti e cittadini lampedusani.

Credo che questa sia la strada da indicare anche agli altri attori che hanno competenza per l’immigrazione e soprattutto allo Stato. E’ l’ora di guardare ai soccorsi, agli sbarchi a Lampedusa come un fatto ordinario che non finirà domani”. A dirlo il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, oggi a Palermo per la presentazione del presidio sanitario permanente di medicina umanitaria e delle migrazioni nell’isola.

“In questo momento dentro al centro – ha proseguito – ci sono circa una cinquantina di persone: molti di loro sono siriani e i superstiti del naufragio dell’11 ottobre. Sono iniziati finalmente i lavori di ristrutturazione dei due padiglioni bruciati nel centro, è una buona notizia, nonostante il ritardo, perché cosi’ il centro sara’ riportato alla sua originaria capacità”.

E sui minori ha precisato che “sono passati due mesi perché si sbloccasse la situazione e si tornasse alla normalità. Adesso sono stati tutti trasferiti, ma tutto questo tempo è davvero troppo quando si tratta di minori e di donne”.

“Si parla di democrazia umanitaria, come se esistesse una democrazia non umanitaria. E’ questa la dimensione della tragedia che stiamo vivendo, che non e’ di Lampedusa o dell’Italia ma dell’Europa”. Lo ha detto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, intervenendo al convegno “La medicina umanitaria e delle immigrazioni”. ”Si stanno cominciando storie di vita, di persone, rispetto alle quali le parole sono poche da aggiungere. Segna una tragedia il fatto che siamo qua ad elogiare l’operato delle forze armate. La tragedia che si è vissuta e che si sta vivendo non è esclusivamente lampedusana, ma europea. La cittadinanza onoraria palermitana del sindaco Nicolini vile essere il segnale che Lampedusa non è sola. Se queste persone vengono da noi, scappando dalle loro terre, è perché sanno che noi siamo pronti ad accoglierli. Cose come Il permesso di soggiorno potrebbe anche essere considerata una nuova forma di schiavitù, se non ci fosse questo anziché pagare ignobili scafisti, queste persone non morirebbero in mare. Onore ai cittadini di Lampedusa che hanno salvato quelle persone senza chiedersi se avessero il permesso di soggiorno”.

“Si sentono tante parole su Lampedusa ma pochi fatti. Ho sottoscritto la proposta per il Nobel della pace a Lampedusa, ero a San Leone per quello pseudo funerale di Stato. Ma mi chiedo: di quante ambiguita’ sono carichi questi gesti?”. Lo ha detto, a due mesi dal tragico naufragio dello scorso 3 ottobre, in cui morirono 366 migranti, il vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, intervenendo al convegno “La medicina umanitaria e delle immigrazioni”, presso la sede dell’Asp di Palermo, che verte sulla nascita di un presidio sanitario permanente a Lampedusa per l’assistenza a residenti e immigrati.

”Noi siciliani – ha concluso monsignor Mogavero – dobbiamo intestarci una battaglia di civilta’ che renda il Mediterraneo un centro di comunione e condivisione e non di scontro. La migrazione e’ un fatto culturale che non si risolve con le nostre leggi o le nostre paure ma e’ una risorsa”.

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