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Lavoro: ci vorrebbe una nuova 285

Lavoro minimo garantito. Ma anche una nuova legge 285. Fronteggiare la crisi con idee nuove. E’ quanto ha proposto “Radici”, un’associazione romana, che ha promosso in Campidoglio nella Protomoteca un incontro sul lavoro.

Lavoro che non c’è. Ma come hanno detto in tanti che va inventato, con l’aiuto dello Stato. Come? Anche con una nuova legge 285, sull’esempio di quella legge che sul finire degli anni ’80 consentì a decine di migliaia di giovani di riunirsi in cooperative e poi avere un lavoro.

Luigi Di Cesare, Gegè, di “Radici” ma anche Gigi Appodia di “Radici” ma anche la sindacalista Tina Balì della Cgil (di Sel) così come Guido Lutrario di Rdb hanno insistito sulla necessità di inventare lavoro.

Drammatici i dati forniti, almeno per il Lazio, col 40% di disoccupazione giovanile, l’11% di disoccupazione in generale, il 39% che non cerca più lavoro (50% come donne).

Dove applicare una nuova 285? Dissesto idrogeologico, wellfare, manutenzione, rifiuti, cooperative sociali…Insomma i campi sociali sono molti.

All’incontro anche amministratori come Massimiliano Smeriglio vicepresidente della Regione Lazio che ha raccolto alcune idee e parlato anche di un interessante progetto per il riconoscimento della “formazione” in senso esteso, dalla bottega ai corsi veri e propri. Nelle conclusioni Paolo Cento di Sel che ha ricordato la mozione fatta approvare alla Camera da Sel per il reddito minimo garantito (siamo con Grecia e Ungheria gli unici paesi inEuropa a non averlo) e ha raccolto l’idea di una nuova 285 come la legge che all’inizio degli anni ’80 ha permesso a centinbaia di migliaia di giovani di consorziarsi in copoperative e poi essere assunti in lavori stabili.

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