Informazioni che faticano a trovare spazio

Marcella De Negri, figlia di un ufficiale ucciso a Cefalonia, a Napolitano sui due marò: non in mio nome

NON IN NOSTRO NOME – NON IN MIO NOME

Credo che il signor Giorgio Napolitano, come tutti i cittadini italiani, abbia il diritto, costituzionalmente garantito, di esprimere il proprio parere, qualunque esso sia, sui due marò” trattenuti in India”.

Non credo invece che, come Presidente della Repubblica Italiana, nata dalla Resistenza, abbia il diritto di dire che i due marò “fanno onore all’Italia”. Ritengo che questa frase, gravissima, da ogni punto di vista, sia una offesa per tutti i cittadini e le cittadine italiane, ed anche rispetto a tutti coloro che per conquistare la libertà dell’Italia dal nazifascismo, sono morti, combattenti o civili, massacrati, nelle città-italiane, nei campi di concentramento,o in quelli di sterminio, sui monti, nelle isole greche e ovunque la ferocia nazifascista ha avuto modo di manifestarsi.

Signor Presidente lei ci rappresenta tutte I tutti e non può parlare in nome nostro, avvicinando la storia dei due marò alla grande ricorrenza del 25 aprile 1945 – il GIORNO DELLA NOSTRA LIBERAZIONE

Marcella De Negri

figlia del capitano Francesco, fucilato a Cefalonia il 24 settembre 1943

(ho ricevuto da Marcella De Negri questo testo che ha fatto recapitare in queste ore al Quirinale e che chiede di rendere pubblico. Lo faccio volentieri  avendo già sollevato ieri con un mio post un necessario rilievo sulle parole spese dal Presidente della Repubblica sul tema “marò” nel giorno della Liberazione)

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