Informazioni che faticano a trovare spazio

“Trapani era divenuto luogo di riparo della mafia e Rostagno lo aveva messo in luce…Svelava le province babbe”. “Il dna sul fucile è compatibile con quello di 1 su 100mila, è al 99,999999% di Vito Mazzara il killer”. 71° udienza, le arringhe delle parti civili al processo

Processo per l’omicidio di Mauro Rostagno, mercoledì 23 aprile, 71° udienza. Finita la requisitoria dei pm la parola passa alle parti civili. Iniziano, in quest’ordine: avv Esposito della comunità Saman, avv Lanfranca per Carla Rostagno, avv Miceli per Chicca Roveri e Maddalena Rostagno. (TRascrizione di Rino Giacalone)

Corte in aula….presente l’imputato Mazzara, rinunciante l’imputato Virga

Tra le parti civili presente Carla Rostagno, il presidente regionale di Libera Umberto Di Maggio, il vicepresidente di Saman Gianni Di Malta.

Il presidente dà la parola all’avv Elio Esposito patrono associazione Saman (parte civile)

Avv Esposito: lo scrupolo della corte ha spinto l’istruzione dibattimentale fino ad esplorare gli aspetti più reconditi di questa vicenda, i pm hanno avuto la capacità di rivisitare criticamente l’intera materia processuale giungendo a conclusioni che noi condividiamo.

Esposito: parole da respingere quelle degli imputati

L’imputato Vito Mazzara ha preso la parola per proclamare la sua innocenza. E’ un diritto che rispettiamo. Lo prevede il codice. Ma ai giudici popolari ricordiamo che nessuna norma del codice penale fa obbligo di credere a quello che dicono gli imputati. Il signor Vincenzo Virga anche lui imputato ha anche preso la parola quasi tendendo una mano alla corte dicendo che “noi abbiamo già due ergastoli e un terzo non ci cambia la vita”…quasi a far cogliere la sua ansia di verità e giustizia ha poi aggiunto che per come commesso quel delitto “era stato commesso da una armata Brancaleone”. L’indicazione evidenziata nel dire un terzo ergastolo non ci cambia la vita a me pare una esortazione perché voi giudici non ve la prendiate più di tanto…Noi invece sappianm che si ha l’obbligo di cercare la verità oltre ogni ragionevole dubbio…altro che decisione da assumere alla leggera e quindi l’accattivante affermazione dell’imputato Virga noi tutti la dobbiamo respingere!

Una delusione da non ripetere

Mauro Rostagno era un uomo dall’ indomito coraggio, un rivoluzionario che usava un’arma poderosa, la televisione che brandiva come una clava. Non era un Indro Montanelli né un Eugenio Scalfari. Era un Pio La Torre, un Danilo Dolci. Usava la tv come Peppino Impastato utilizzava Radio Aut a Cinisi.Sta qui la chiave di lettura per comprendere il perché dell’incontro con Giovanni Falcone. Il confronto è stato su quello che giornalisticamente Rostagno aveva scoperto, quella umanità fatta di connivenze e compromissioni, la politica, l’impresa, con la mafia. Falcone restò tiepido e suscitò la delusione di Rostagno come raccontato dalla Faconti. A Falcone il panorama descritto non era sconosciuto, da qui il fatto di essere rimasto tiepido. Per noi però questo accaduto deve essere un monito. I politici che attaccava erano dei corrotti. I massoni quando non legati ai mafiosi erano solo dei borghesi. I mafiosi no, i mafiosi sono degli assassini. Se noi generalizziamo potremmo subire la stessa delusione di Mauro Rostagno, tutti responsabili nessun responsabile. E’ per questo che io ho scelto di parlare solo dell’assassinio, dei responsabili, perché noi ai giudici dobbiamo portare un fatto e ragionare sulle prove.

Credere a Virga o a Germanà e Linares?

La strategia difensiva di Virga? Puntare il dito contro l’armata Brancaleone per via del fucile che esplode, del luogo scelto per uccidere, della frequenza del luogo da parte dei carabinieri, come dire sarebbe stato più agevole colpire Rostagno altrove, sulla provinciale, abbatterlo a Nubia all’uscita di Rtc. Se viceversa il delitto è stato consumato là dove sappiamo, a compierlo è stato sostanzialmente unn temerario, un incompetente, un uomo dell’armata Brancaleone. Se questa è la tesi del signor Virga voi giudici avete un problema: credere a Virga o credere a Germanà e Linares che vi hanno detto che il modus operandi dell’omicidio è identico ad altri, Montalto, Monteleone, Piazza.

L’agguato a Rostagno

L’assassino sostava ad attendere l’arrivo di Rostagno. E questo è stato possibile come descrive la perizia fatta sui luoghi. Non c’era un solo accesso a quella via Quartana di Lenzi, oggi via Mauro Rostagno. L’assassino entra in scena sapendo che l’auto di Rostagno è seguita da un’altra auto con tre persone a bordo. L’assassino era sicuro di avere le spalle coperte nessun altro poteva intromettersi. L’assassino veniva dalla via Ramella versoil teatro dell’omicidio. Nel suo percorso a piedi tra le campagne l’assassino non è altro che un cacciatore, ha un porto d’armi, ha un fucile in regola. Solo quando avrà consumato il delitto e tornato indietro sarà un assassino, fino a prima sarà soltanto una persona insospettabile.Il calendario venatorio del 1988 ci dice che in Sicilia la caccia era aperta in quel settembre 1988. Quando attorno alle 20 l’auto di Rostagno arriva a Lenzi siamo alla fine del crepuscolo . L’auto che tallona Rostagno probabilmente l’ha fatto al quadrivio di Crocci. Attendono, conoscono l’auto, la vedono passare e si accodano, la tallonano. Nella via Quartana nessuno può sopravanzare l’auto di Rostagno e l’auto che lo segue. Chicca Roveri è venuta a dirci: gli spari, due, a distanza ravvicinata. Identica dichiarazione dalle sorelle Fonte. Serra Monica anche lei ricorda colpi rapidi.

I testi falsi della mangiata nella cava

I primi due colpi servono a causare una breccia sul lunotto dell’auto di Rostagno. Ma i colpi furono tre perché al terzo colpo esploso in eccessiva rapida successione o per causa non conosciuta il sottocanna si frantuma. Chi spara però per l’impennata dell’arma perde la linea di tiro e si perde il terzo colpo, ma la terza borra c’è. Con esempio pratico l’avv. Esposito mostra che è possibile a un esperto cacciatore tenere il fucile e nella mano sinistra tre cartucce…”quelle che troveremo a terra inesplose”. Dopo i colpi di fucile ci sono i colpi di pistola: per sparare a Rostagno seduto al posto di guida da dietro dal vetro che va in frantumi il vetro posteriore…Eseguito l’omicidio il killer se ne torna dalla via Ramella…Gli occupanti di quell’auto furono quelli che consumarono quel pranzo nella cava abbandonata. E qui subentrano i signori Martinez, Fiorino e Polisano. Credo che qui siamo tutti d’accordo, la stragrande maggioranza che quelli erano testi più falsi di un marengo di cioccolata. Testi che recitano a soggetto. Testi che vengono e non sanno nulla. Non ricordano se era pesce o carne…Non hanno ricordato nulla qui. Non sanno nulla. Sanno però che devono dire che non conoscono Virga. Hanno lavorato per la macelleria, per la pavimentazione, per la macelleria di Virga, ma non sanno nulla…E ci hanno raccontato della scampagnata, di quel lavoro interrotto a Nubia per andare a Valderice, a Crocci, alla macelleria per poi tornare indietro..Un gran via vai….Ironicamente chiosa: ogni giorno davanti alla caserma dei carabinieri c’è la fila delle persone che vanno a rendere testimonianza per evitare che la giustizia prenda cantonate. I tre testi infatti si presentarono spontanemaente ai carabinieri senza che nessuno li avesse cercati per dire che erano stati loro a consumare un pasto nella stessa cava dove fu trovata l’auto bruciata usata dai complici del sicario che uccise Rostagno. Siamo dinanzi ad una organizzazione che ha un gruppo di fuoco ma può anche muovere testi reticenti e falsi trovandoli in persone incensurate.

Quell’auto “misteriosa”

Un quarto d’ora prima dell’arrivo di Rostagno passa una Golf e non torna indietro. Poi arriva Rostagno e l’auto che lo segue che tornerà indietro poco dopo. Successivamente passerà un’altra auto con un giovane che dirà : l’ammazzaro. Questo secondo le testimonianze delle sorelle Fonte che stazionavano all’inizio della via Quartana. E la Golf? Scopriremo grazie al lavoro della Corte di assise che era del prof. Antonino Scalabrino che abita nella stessa zona.

Quel fucile esploso

Chi ha sparato? I pm dicono che presente quella sera vi era il signor Vito Mazzara. E per la verità questo è anche il nostro parere. Perché una pesante costellazione di indizi converge sull’imputato. Crediamo che a sparare è stato solo Mazzara e solo il Vito Mazzara. Perché è un campione di tiro, è pratico di armi, di cartucce, è capace di apportare modifiche all’arma per dissimulare un precedente impiego, come dicono i collaboratori di giustizia. Campione di tiro a volo….Abile nell’esplodere in rapida successione. Tutti i testi parlano di tre colpi, i primi esplosi in rapida successione….La breccia sul lunotto ci dice che chi sparò era a distanza ravvicinata….Solo due colpi vanno a segno su tre per la disgregazione del sottocanna. Pezzi che vengono trovati a raggiera, è dall’interno che avviene la disgregazione, non sappiamo il perché ma abbiamo dinanzi un dato oggettivo incontestabile…Non può essere che il signor Mazzara.

Udienza sospesa

Un professore che non conosce la vergogna

Il teste Scalabrino è venuto a dirci che quando ha sentito dei botti forti, gli spari ha radunato la famiglia in una stanza temendo che potesse accadere qualcosa di grave. Ma cosa poteva succedere? Nulla assolutamente. Il prof. Scalabrino che per quanto risulta non ha doti divinatorie come fa dai botti a dedurre che è successo qualcosa di grave? Siamo nel pacifico borgo di Lenzi, abitato da qualche contadino, qualche impiegato, un commerciante. Come può accadere qualcosa di grave…e ai danni di chi? In effetti una persona esposta c’è, è quel Rostagno che fa tv, che in tv lo dirà Scalabrino parla di politica e parla di mafia. A questo punto mi viene un sospetto: valutatelo con circospezione e beneficio dell’inventario, non è che per caso il prf Scalabrino ha visto qualcuno mentre con la sua bella Golf rientrava a casa? Qualcuno che magari lui conosceva per fama o per sentito dire? Per cui ha fatto il collegamento…colpi-Rostagno. E chi mai ha potuto vedere il prof. Scalabrino…? Avrà visto qualcuno con una barba posticcia? Ma se avesse visto un barbudos sotto mentite spoglie di un cacciatore non avrebbe potuto che prenderlo per un cacciatore vero…perché il prof Scalabrino nulla sa di aerei, armi, di infrattamenti nei pressi dell’aeroporto per cui non poteva sorgere in sé travolgente terrore dopo avere sentito quei colpi. Potrebbe invece il prof., Scalabrino avere visto Marrocco, diciamo così il moroso della Chicca, anche se io non credo a questa esplosione di gelosia….Il prof. Scalabrino non sapendo nulla di queste dicerie tutte interne a Saman non ha potuto provare avendo visto Marrocco che forse neanche conosceva tanta travolgente paura come non avrebbe potuto provare o sentire paura se avesse visto uno dei ragazzi di Rtc che a dispetto delle cure si facevano le pere. E allora il prof. Scalabrino ha visto Mazzara!!!! Allora si che ha collegato…è Cannas con il suo senno del poi che non conosce i Virga, è il colonnello Montanti che non sa chi sono i mafiosi della zona e l’algido dott Coci che non sa e non vuol sapere ma in un piccolo centro in un ambiente agricolo dove tutti si conoscono tutti sanno chi sono le persone da rispettare e da cui tenersi alla larga in certe circostanze. E il prof. Scalabrino da ben due anni soggiorna a Lenzi. E cosa fa il prof. Scalabrino quando sente i botti…realizza in quel momento di essere diventato involontariamente un testimone oculare che corre il pericolo di essere eliminato, questo giustifica quella pausa, quel rintanarsi….senza accertarsi che ciò che sia effettivamente avvenuto telefona ai carabinieri ma non per il povero Rostagno ma perché solo la presenza delle forze dell’ordine lo possono mettere al riparo da una aggressione nella sua casa e metterà il naso fuori dalla sua abitazione dal terrazzo solo quando è certo che c’è gente accorsa e che le forze dell’ordine presidiano il territorio e non scende per strada né per curiosità né per pietà VERGOGNA!!!!!

Noi con l’audizione del prof. Scalabrino abbiamo toccato con mano la paura…la sua deposizione esempio paradigmatico di reticenza….durante la testimonianza non dirà mai la parola omicidio, ma il fatto che se operato come sostantivo è un vuoto contenitore..lui dice è successo qualcosa…qualcosa di grave…

Su 4 mila parole una sola volta dirà la parola mafia, “parola che gli ho dovuto tirare con la tenaglia…paura in atto….”

Alle sue spalle a soli tre metri di distanza sebbene in vincoli c’era l’uomo che gli fa ancora paura.

Vito Mazzara è colpevole e ha ucciso Mauro Rostagno su mandato di Vincenzo Virga come vi ha descritto la pubblica accusa. Chiediamo la condanna di entrambi gli imputati nonché il risarcimento del danno come rappresentato nella conclusionale…

Prende la parola l’avv. Fabio Lanfranca, parte civile per Carla Rostagno, sorella di Mauro, Monica, figlia di Mauro e Maria Teresa Conversano ex moglie di Rostagno…

Avv Lanfranca: questa è una data storica per i familiari di Mauro Rostagno che dal 26 settembre 1988 chiedono di capire, di sapere, di chi si era arrogato il diritto di decidere la morte di Rostagno…chi ha colpito quella sera non ha colpito solo lui ma ha ferito in maniera permanente i familiari…in quest’aula Carla Rostagno ha detto che quel 26 settembre è stato come ricevere una sciabolata, un attimo dove niente è più al suo posto…

Le cassette trovate e quelle sparite

La sorella di Mauro si è licenziata per andare a cercare la verità sul delitto del fratello…ha sentito decine e decine di persone…trascrivendo nella sua agenda quello che ha appreso in modo puntuale…non potevo certo presentarmi con un registratore o prendere appunti…avrei snaturato quel colloquio rendendolo artificioso. Carla era mossa solo dalla necessità di sapere, di capire…si mette alla ricerca dell’archivio di Rtc e con Alberto Castglione trova in un capannone video cassette accatastate una sull’altra fino al soffitto…e ci dice di avere un grosso rimpianto   di non averci pensato prima…di non averle recuperate prima, “pensavo che non ne avessi diritto”…se non avessi perso tempo avremmo avuto più materiale. “Non è Carla Rostagno ad avere perso tempo ma altri, non era compito suo avere quelle cassette…ascoltare e vedere quello che diceva Mauro in quelle trasmissioni televisive…l’ironia..l’intelligenza di Rostagno..la capacità di stare in tv e rapportarsi ai trapanesi…Abbiamo prodotto i relativi dvd e ancora oggi quando ci penso dico che è incredibile che questa è un’attività che ha dovuto fare la sorella della vittima…ma forse è meglio così, dico sommessamente…penso che sia stato meglio così…perché in questo processo c’era il rischio che queste cassette facessero la stessa fine delle due audiocassette e di una video cassetta consegnate dalla signora Ingrasciotta con tanto di verbale dell’ottobre 1988, consegnate a personale della squadra mobile…su quel verbale c’è solo la firma della signora Ingrasciotta…

Le “attenuanti” di investigatori incapaci

I carabinieri del generale Montanti pensavano di trovare le ragioni del delitto nei libri contabili di Saman…Un posto dove da due anni Rostagno ci andava solo a dormire perché preso dalla sua attività a Rtc. Ma come avrebbe potuto il generale Montanti pensare che ci poteva essere un nesso tra quelle trasmissioni e il delitto? Lui che è venuto a dirci che quelle trasmissioni non le vedeva. Montanti ha una attenuante. Anche Cannas ha la sua attenuante, ci ha detto che si occupava di un altro omicidio piuttosto importante e che poi si muoveva per delega. Queste indagini sono state in mano a soggetti che si sono dimostrati scollegati dalla realtà del terriitorio. Qualche altra ipotesi si può fare ma non abbiamo è vero elementi. E allora i familiari chiedono che la procura continui a lavorare su queste grave sottovalutazioni nelle indagini poste in essere dai carabinieri.

Hanno tolto le tessere del puzzle ma Virga e Mazzara si vedono benissimo

Mauro Rostagno è stato tantissimo e secondo me tutto questo non è abbastanza per descriverlo nel coraggio nella umanità…c’è un suo amico vero, Renato Curcio, che scrive ai familiari dopo il delitto, chiunque lo ha incontrato sa della fortuna che ha avuto…Mauro apparteneva a tutti…Appartiene anche a noi che lo abbiamo conosciuto con le carte processuali…Questo processo ha grossa importanza per i familiari, per gli ospiti di Saman…è importantissimo perché dopo 26 anni da delitto voi pronuncerete una sentenza in nome del popolo italiano…una sentenza che dimostrerà che di Mauro Rostagno non ci si può dimenticare, che anche lo Stato ha dovuto fare i conti a Mauro Rostagno e dare una risposta a lui,….dimostrerà che finalmente questo Paese ha deciso di interrogarsi davvero sulle ragioni di questo omicidio. C’è qualcuno che ha sottratto tessere del puzzle ma grazie alla sensibilità e al lavoro straordinario fatto dalla corte di assise siamo riusciti a vedere quello che nel quadro c’è raffigurato e in questo quadro Vincenzo Virga e Vito Mazzara si vedono benissimo.

La mafia non esiste…firmato sindaco e procuratore

Mauro Rostagno è una minaccia per Cosa nostra per le cose che dice e per questo è un pericolo per la mafia….Lui arriva a Trapani nel 1981….e i testi ci hanno detto cos’era Trapani in quegli anni: nel 1980 omicidio sindaco Lipari, 1983 uccisione Ciaccio Montalto, aprile 1985 strage di Pizzolungo…questo era quella città in quegli anni…è questa la città in cui arriva Rostagno…il sindaco di Trapani ci dice che la mafia a Trapani non esiste, non c’è, non esiste e ancora più inquietante l’affermazione del dott Coci procuratore della repubblica che ai giornalisti dice che a Tapani la mafia non c’è perché non vi sono rapporti giudiziari in tal senso…Illuminamte la testimonianza dell’avv. Cusenza….Ci ha ricordato la scoperta nel 1985 della più grande raffineria di droga e una serie di omicidi e delitti nel Belice…questo è il contesto ambientale dove viene a vivere Roistagno….14 giorni prima del suo delitto viene ucciso il giudice Giacomelli e lui Rostagno il 15 settembre in tv dirà che la vita non ha peso, sono uguali le morti di un giudice e di un pastore, resta invece una lunga bava di sangue che attraversa tutta la provincia e dovrebbero smetterla i benpensanti che dicono che parlare di queste cose significa infangare questa terra…era la risposta a chi diceva che la mafia non esiste.

Francese, Impastato e Rostagno

Mauro Rostagno parla e racconta in tv le cose che succedono senza filtri facendo nomi e cognomi…il successo di Rtc lo dimostra di quanto preciso fosse Rostagno in tv…Mazzonello ci ha detto che alle due la città si svuotava….lui è stato il trascinatore di tutti….e lui ha fatto così perché l’amava questa terra…lottava per questo perché voleva che tutte le cose negative andavano combattute a spada tratta contro questi mafiosi intrallazzatori…Mauro Rostagno viene ucciso sicuramente per quello che aveva detto in tv e per quello che ancora avrebbe potuto dire. Di cosa si è occupato? Non possiamo occuparci di tutto, penso che il pm ha fatto bene a fare un parallelo tra la figura di Impstato con quella di Rostagno. Io ho pensato anche ad un altro giornalista ucciso da Cosa Nostra ed è Mario Francese, giornalista investigativo brillante, acuto, il primo che scrive di Giuseppe Mandalari che ci ritroviamo in questo processo, Mandalari il commercialista di Riina…Rostagno che parla di munnizza e mancanza d’acqua…a Francese come a Rostagno arriverà un avvertimento…avvertimenti diretti ai rispettivi editori…all’editore del Giornale di Sicilia arriverà un segnale, due attentati incendiari al direttore del Giornale di Sicilia e a un capo cronista…all’editore di Rtc Bulgarella arriverà un segnale portato da Siino e proveniente da Ciccio Messina Denaro…don Ciccio voleva che Rostagno stesse zitto, che non parlasse di appalti…Siino ha detto che è intervenuto e a Bulgarella disse che se non lo faceva stare zitto a questo lo metteva nei guai….Ninni Ravazza si è ricordato che 4 sei mesi prima del delitto Bulgarella parlò con lui e Rostagno per dire che c’era qualcuno che si stava incazzando…Che pericoli corriamo, chiesero…ma forse per adesso è solo una incazzatura….circostanza che il 27 maggio 2009 dirà nel suo verbale di interrogatorio…I collaboratori di giustizia venuti al processo ci hanno detto che non c’era un mafioso che non fosse felice del delitto.

Esposito…non mi avventuro oltre sull’esito dell’esame del Dna ma credo che sia di grande rilevanza il fatto che è stata trovata una traccia genetica riconducibile a un parente.

Rostagno rese pubblico il segnale mafioso diretto ai cugini Salvo

In tv Mauro Rostagno si è occupato di tutto….di tantissime cose e si è occupato di mafia delle mire della mafia negli appalti nel traffico di sostanze stupefacenti…ma è di mafia che si vuole interessare, a Curcio scrive che lui sta leggendo ordinanze e sentenze, dice che vuole occuparsi del delitto di Ciaccio Montalto, della strage di Pizzolungo, a Renato dice che studia e legge, non solo libri ma anche sentenze, si documenta e non parla a vanvera quando va in tv….dalle carte che ha prodotto l’avv Miceli sappiamo che prendeva appunti, ragionamenti, incrociava i fatti con le persone, questo è il metodo di lavoro di Rostagno, manda la Faconti al centro Impastato….Rostagno si è appassionato in particolare alla vicenda del delitto di Vito Lipari. Arrestati furono Agate Mariano, Mangion Francesco, Riserbato Antonino, Santapaola Benedetto, e Romeo e poi anche un capitano dei carabinieri, Melito. Un processo che Rostagno seguirà udienza per udienza. Cusenza e l’avv Nino Marino sono venuti a raccontarci quanto interesse aveva Rostagno per questo processo…sia Nino Marino che Salvatore Cusenza ci hanno detto che il delitto era un segnale per gli esattori Salvo di Salemi….Cusenza e Rostagno realizzeranno una trasmissione….l’editore di Rtc Bulgarella dirà loro che erano dei pazzi ma non ostacolò…in quella trasmissione verrà detto che Lipari era un omicidio diretto ai Salvo…In quella trasmissione venne evidenziato che 5 anni prima del delitto Rostagno c’era stato il sequestro di Luigi Corleo suocero di Nino Salvo…segnali che i  mafiosi di Riina mandavano ai Salvo e tutte queste cose si sono sapute dopo…anche del delitto di 18 persone dopo il sequestro Corleo….Rostagno fece una analisi inedita per l’epoca….La sentenza Accardi più 67 del 1997 analizza le dinamiche mafiose nel trapanese e la scalata mafiosa di Riina nel trapanese a partire dal 1980…nella sentenza definitiva Alcamo Michele più altri dirà che con la vittoria dei corleonesi Virga prende il posto di Minore….Virga è dal 1984 che diventa capo mandamento…E in questo nostro processo gli stretti legami tra trapanesi e corleonesi ce li troviamo ce li troviamo occupandoci del delitto dell’agente Montalto delitto per il quale sono stati condannati Virga e Mazzara…c’è un filo che lega famiglie trapanesi e palermitane e questo legame lo aveva disvelato Rostagno: parole di Mauro, non è un congedo definitivo, l’obiettivo è risvegliare l’attenzione sul processo e sulla mafia nella nostra provincia…parlando di mafia non diamo brutta immagine ma vogliamo dare bella immagine…questo è un modo di procedere civile….

Udienza sospesa

L’Avv Lanfranca riprende ricordando l’intervista di Rostagno allo storico Michele Cimino.

Dite a chiddu ca varva di non dire minchiate

Il processo Lipari per Rostagno è l’occasione di parlare di Cosa nostra, degli interessi delle alleanze. E’ l’occasione per parlare di appalti, dell’appalto per la costruzione del nuovo aeroporto, dell’arrivo a Trapani degli imprenditori catanesi i famosi cavalieri del lavoro….E Mariano Agate non a caso fa arrivare a Ristagno una chiara minaccia...dite a chiddu ca varva di stare attento…che non deve dire minchiate…la raccontano Massimo Coen, che lega quelle parole a un servizio di Rostagno titolato “aragoste a san Giuliano” (Rostagno riferisce di un colloquio con una ex guardia carceraria che gli riferì dei trattamenti di favore riservati in carcere ad Agate)…lo ricorda Gianni Di Malta, Puccio Bulgarella nel 2009 conferma l’accaduto, noi sappiamo per certo che le minacce di Agate sono prima del 24 aprile del 1988 perché il fatto è contenuto in una lettera diretta da Rostagno a Curcio…Agate mi ha fatto arrivare questa minaccia….Rostagno non ha sottovalutato l’episodio e lo racconta….

Mi hanno allungato la vita di un mese e Cannas sapeva il pericolo che Rostagno correva

Iside 2. Rostagno nel febbraio 1988 fece un editoriale e subito dopo fu convocato come teste da Cannas. Cannas qui prima che venisse fuori questo verbale era venuto a dirci che mai aveva sentito Rostagno su questioni delicate. Nei verbali invece Rostagno raccontava di incontri con i vertici della loggia Iside con Grimaudo e Torregrossa….Rostagno ricordò a Cannas a verbale che i due negarono legami con Gelli e altri che l’on Canino fu fratello solo per 10 giorni…Poi racconterà di un secondo incontro…racconterà di un viaggio di Torregrossa e Grimaudo a Roma all’ambasciata bulgara, di una loro viista in Toscana a Gelli…Rostagno apprende che ci sono stati due incontri tra Gelli e altri a Campobello di Mazara, con Nizzola e Soildano, massoni della Iside 2, con Natale Lala e Mariano Agate…Rostagno però non preciserà a verbale la fonte della notizia…Rostagno continuerà a raccontare le vicende della Iside 2, la patente data dalla prefettura al mafioso Lala, facendo il nome del funzionario Chittaro (diventato poi negli ani recenti capo di gabinetto del prefetto Finazzo ndr)….Carla Rostagno ha ricordato che in un editoriale Rostagno disse c’è una strana voglia di oriente…strano cha Montanti e  Cannas più volte tornati qui non ci diranno mai di avere parlato con Rostagno della Iside 2….lo hanno fatto solo quando messi dalla Corte dinanzi all’evidenza dei fatti dinanzi a quel verbale che mai era entrato nel processo….Gli editoriali di Rostagno furono bizzarri, sul caso Iside 2 faceva affermazioni poco incisive e l’avv Nino Marino gliene chiese ragione, lui rispose dicendo voglio far finta di non avere capito nulla perché voleva scrivere di più e meglio..Noi oggi grazie a Carlo Rostagno sappiamo chi è la fonte perché la seppe da Cannas..verosimile che fuori verbale all’amico Beniamino Mauro svelò la fonte…Cannas mi disse che aveva incontrato Natale Lala per parlare della Iside 2 e da quell’incontro ne uscì sconvolto…….e Cannas in aula ha negato….ha negato anche di avere detto qualcosa a Carla Rostagno….Che ragioni aveva la sorella di Mauro Rostagno a dire una cosa per un’altra…lei non ha guardato in faccia nessuno perché voleva solo capire e conoscere la verità….una cosa che si è ricordata per essersela scritta come faceva con tutti gli altri….Cannas non c’è dubbio che le ha detto queste cose…Cannas sapeva chi era Lala, ma la sorella di Rostagno non poteva saperlo….Resta da capire la condotta processuale del maresciallo Cannas: perché nega questa circostanza? Perché nega di avere detto alla Roveri che Mauro gli aveva confidato mi hanno allungato la vita di un mese, perché nega l’incontro con il procuratore Coci da parte della Roveri dove lui era presente…perché nega? Sono impazziti tutti i familiari di Rostagno o c’è altro? Il pm ce lo ha detto…sa il maresciallo Cannas di non avere fatto nulla per tutelare Rostagno….temeva per la sua carriera, per non avere verbalizzato alcune cose? è possibile…ma perché Rostagno dice a lui mi hanno allungato la vita di un mese? lo dice a Cannas perché Cannas è al corrente delle cose che sta facendo Mauro Rostagno….Rostagno era consapevole dei pericoli..alla Roveri dice non ho paura di morire, ad Andrea Marcenaro gli fa capire che era preoccupato…..per il lavoro che faceva e diceva in tv…Carla Rostagno ci dice che il 25 settembre del 1988 a Enzo Mauro lo abbraccia..abbracciamoci finchè siamo in tempo…a un carabiniere che gli chiede come va lui risponde finché ci lasciano vivere viviamo…Carla Rostagno dirà che quello non era un comportamento normale…

Peccato non avere sentito la Faconti

Rostagno e Gelli. La presenza di Gelli nel trapanese è un fatto processuale accertato. C’è l’appunto nelle agende dei massoni che dicono che c’è da ospitare Gelli….L’avv Marino ci dice che Rostagno gli disse che riteneva che Gelli era venuto qui per decidere qualcosa con i soggetti di Cosa nostra e che poi era tornato per verificare che le cose decise fossero state rispettate. Rostagno nel verbale parla di un traffico di armi…chiede ai soggetti con i quali parla: c’entrate nulla con un traffico di armi e questi dissero di no (questo emerge dai verbali scoperti durante il processo)…..Rostagno si interessava ai soldi e ai traffici di armi e droga di Cosa nostra.. Umberto Santino ha detto che questo era l’interesse di Mauro perché a lui aveva chiesto di queste cose. Alessandra Faconti conferma ulteriormente. Dice la Faconti che il traffico cui si interessava Rostagno di armi e droga ruotava attorno ai mafiosi di Trapani, Minore, della famiglia di Mazara, Agate, e dei cavalieri del lavoro di Catania. Riflessione è obbligatoria. Tutti conosciamo le dichiarazioni della Faconti. Celebrare un processo a 26 anni dal delitto ha dei costi, non avere potuto sentire la Faconti è un fatto che paghiamo….se questo processo si fosse fatto 20 anni fa potevamo sentire la Faconti…lei è una di quelle persone che andava sentita perché su alcune cose è riscontrata, come per l’incontro tra Rostagno e Falcone. La Faconti parla di telefonate che riceve, lei denuncerà i genitori che le facevano, lei comincia a dire alcune cose che non sembrano stare più in linea con le cose che diceva prima…sempre la Faconti parla di droga e armi e di COSA NOSTRA e non c’entrano niente con le cose dette da Di Cori Sergio…Un MITONAME….

Udienza sospesa si riprende alle 15

Udienza ripresa…l’avv. Lanfranca si sta occupando dell’esito della perizia del Dna

Una perizia che incastra Mazzara

La perizia del Dna ci dà conferma che sul delitto Rostagno c’è la firma dell’imputato Vito Mazzara. La traccia che conduce a Mazzara: la mistura che riconduce a Mazzara ha un riscontro incredibile, la compatibilità è di 1 persona su 100 milioni di individui, e la firma di Mazzara è trovata su più punti del fucile, della canna, e poi di incredibile riscontro c’è il risultato indicato nella perizia come A18, traccia genetica che può essere solo di un parente di Mazzara. La firma sul delitto non è di Gladio, dei servizi, di un extraterrestre, è del signor Mazzara.

Non è stato un delitto raffazonato

Il luogo dell’agguato è perfetto. La presenza di altre persone assieme alla vittima non preoccupa Cosa nostra. E’ successo. Per Giuseppe Montalto, per l’imprenditore Monteleone, scenari che collimano con quelli del delitto Rostagno. Si è parlato di serialità ed è vero. Se un gruppo di fuoco avesse incontrato una pattuglia poteva accadere quello che ha raccontato Brusca…un conflitto a fuoco…Il delitto….Ma quale armata Brancaleone! Chi ha sparato ha sparato in modo preciso, scientifico…l’incidente è la prova della professionalità del killer….ve la immaginate l’armata Brancaleone che gli scoppia il fucile? Monica Serra rimasta viva: anche questo atteggiamento proprio del killer mafioso ci ha detto che ha sentito i colpi, gli sportelli di un’auto che si chiudevano, non una sola parola ha sentito, scoppia il fucile e nessuno dice nulla? Certo che nessuno dice nulla: sono professionisti, altro che diritto raffazzonato….Le prove raccolte ci dicono che gli imputati sono i responsabili dell’esecuzione…hanno ucciso loro Rostagno, ucciso perché in una delle sue tante vite aveva deciso di venire in questa città per venire a dire cose che nessuno aveva detto in questa provincia nella nostra provincia con così tanta libera…Rostagno aveva un progetto di trasformazione sociale della vita civile…gli ultimi giorni per lui furono tristi…denunciò il rischio di normalizzazione..Cosa nostra è venuta a spegnere la voce di Mauro Rostagno e aq garantire la normalizzazione. E’ ora di lenire con la verità quelle ferite inferte in danno dei familiari…Vi chiedo che in nome del popolo italiano di pronunziare sentenza di condanna contro gli odierni imputati.

L’Avvocato della provincia di Trapani, Barbiera , e l’avv Massimo D’Azeglio per il comune di Valderice e l’avv Giuseppe Novara per l’associazione antiracket depositano comparsa conclusionale…

Prende la parola l’avv. Carmelo Miceli, parte civile per Chicca Roveri e Maddalena Ristagno.i

A cu apparteni?

In quale scenario è venuto a lavorare Rostagno? In uno scenario dove non conta ciò che fai, come lo fai, cosa pensi, ma conta a cu apparteni Se non mi appartiene apro la finestra e ti sputo fuori. Sono le parole di Rostagno scelte dall’avv. Carmelo Miceli per cominciare il proprio intervento di rappresentante di parte civile di Chicca Roveri e Maddalena Ropstagno. Era venuto qui per risvegliare la coscienza sociale e civile dei trapanesi. Miceli ringrazia l’avv. Fausto Amato per avergli dato grande fiducia nell’affidare il compito, ma ringrazia anche lo scrittore Salvatore Mugno per avere avuto la pazienza di riscrivere riga per riga gli editoriali di Rostagno evitando che memoria e ricordo potessero sciogliersi in questi anni. Tra gli elementi di prova Miceli invita a rileggere le lettere da Rostagno inviate a Curcio….dove racconta il lavoro di ogni giorno in tv. dell’attenzione sociale che aumenta, dei temi trattati, la mafia…

Una nuova primavera

Al dott Rostagno interessava mettere in evidenza le violazioni del gioco democratico che ogni giorno venivano compiute. E così parlava dei politici e della corruzione, dei servizi che non funzionavano (legge i passaggi salienti di diversi editoriali)…Rostagno dinanzi alla sonnolenza della città diceva che bisognava opporvi contro la cultura della giustizia…e indicava a tutti il lavoro di Paolo Borsellino….stava dando contenuto alla nuova primavera come è venuta a raccontarci Chicca Roveri..Il lavoro del dott Rostagno in tv è stato quello di introdurre trasmissioni denominati speciali e approfondimenti che nessuno fino ad allora aveva fatto…Trasmissioni che mettevano in luce come la mafia aveva trasportato molti suoi interessi nel trapanese e che la provincia di Trapani, le famiglie mafiose trapanesi erano diventate crocevia di incontri tra le mafie dell’isola, quelle di Palermo e di Catania…Il dott Rostagno questo lo aveva colto affrontando il processo per il delitto del sindaco di Castelvetrano Vito Lipari….

La stampa ieri e oggi

Mauro Rostagno stava ricostruendo l’organigramma mafioso trapanese ….e si era rivolto alla politica per sapere perché la politica (come ha detto l’avv Cusenza) aveva più conoscenze degli organisimi investigatori….riscontro concreto a quella ipotesi di forte collegamento tra politica e mafia…..Tra le trasmissioni più importanti oltre quella con l’avv Cusenza, l’intervista con Claudio Fava, e l’intervista a Michele Cimino. Il processo Lipari, dirà Fava, raccontato da Rostagno era una metafora di ciò che in quegli anni stava accadendo in Sicilia….Trapani era divenuto luogo di riparo di Cosa nostra…..E il dott Rostagno aveva colto questa essenza della mafia…..Tutto questo mentre i giornali snobbavano le udienze del processo per il delitto Lipari….In Sicilia oggi la stampa si occupa di sapere se è vera l’antimafia e non invece di quanto oggi la mafia sia presente e forte….Il dott Rostagno si occupava della mafia e delle sue connessioni, con la massoneria, con la Iside 2 e con la P2

Le provincie babbe

Parlando del processo Lipari, il dott Rostagno aveva colto tanti elementi tra i quali quello dell’assenza a quel processo dei giornalisti, della stampa e lo diceva in modo tale che si rendeva conto che lui colmava quel voto. E aggiungeva che si sentiva la mancanza di giornalisti come Impastato e Francese e mentre lo diceva ricordava le loro morti violente e era consapevole che quello poteva accadere anche a lui. Tanti sono stati i paralleli con altre vittime della mafia, Rostagno penso sia molto vicino alla storia di Beppe Alfano il corrispondente de La Sicilia di Barcellona Pozzo di Gotto. Alfano e Rostagno avevano acceso i riflettori su quelle che venivano nominate province babbe.

Giornalismo lungimirante

L’intervista a King….oggi combatto la mafia con la gioia di vivere….la mafia ti umilia…è negazione della dignità dell’uomo, io voglio guardare una persona negli occhi e di dirgli si o no con la stessa intensità e questo la mafia non lo consente…Il doptt Rostagno ha deciso di fottersene del vento che soffiava contro ma di crescere e alzare il tiro ogni giorno…accende i riflettori sulla Iside 2, sulla recrudescenza mafiosa, su delitti e estorsioni…..L’avv Miceli indica i contenuti di alcuni editoriali, quello sulla ricostruzione del Belice. Ma anche parla tanto di droga….”dietro tutto questo ce ne è una soltanto, l’eroina”…Liberalizzazione? “Droga leggera una storia che diventa pesante”….Le sue analisi lo hanno portato a dire che in provincia c’erano raffinerie volanti, indicò arricchimenti fatti da alcuni pastori che diventano imprenditori….Rostagno ad un certo punto fa un elenco di nomi di capi mafia e di imprenditori a questi legati…..e ad un certo punto inserisce un nome…Antonino Minore un nome che poi viene tagliato, eliminato,  cancella il nome di quello che tutti a quell’epoca ritenevano il capo del mandamento di Trapani e non è una coincidenza che in un editoriale fa il nome di Ciccio Pace….Anni dopo si scoprirà che nel 1988 Minore era morto, Virga lo aveva sostituito e nel 2005 Pace avrebbe sostituito a sua volta Virga. Un giornalismo lungimirante!

Anni anni anni

La sera del delitto del giudice Saetta, Rostagno in tv ebbe a dire che la classifica dei morti ammazzati andava crescendo e che Trapani era solo al 4° posto ma che c’erano ancora 4 mesi perché sicuramente Trapani avrebbe risalito la china…Rostagno non sapeva che lui l’indomani con la sua morte avrebbe contribuito, per mano di chi olimpionico e in grado di partecipare a gare c’era davvero, Vito Mazzara.

E poi ancora l’avv Miceli ricorda la sigla scelta da Rostagno per la nuova trasmissione mai andata in onda, la sigla era la musica di Paolo Conte, anni anni anni, in questo testo si legge che ci vogliono anni per sapere le cose, sta parlando di Trapani e con i trapanesi con quella sigla che però la mafia non gli ha permesso di mettere in onda.

La razza padrina

Il traffico di armi? Una pista per la sua morte? Ma quale mistero: le pagine che raccontano quella vicenda sono nel menabò della trasmissione che Rostagno non riuscì mai a realizzare, era tutto conosciuto e l’articolo che Rostagno aveva conservato aveva un titolo eloquente: “La nuova razza padrina”. E a quella nuova mafia Rostagno si stava interessando. Tante cose solo adesso in questi anni si sono conosciute

Avv. Carmelo Miceli…Su una foto per bocca del perito Paniz si può parlare di comparazione del 100 per cento tra i bossoli del delitto Piazza e del delitto Rostagno…Paniz era partito da una impossibilità di comparazione positiva ,ma ha dovuto cambiare idea….

E’ una impronta dove ci sono pochi elementi ma sono caratterizzanti

Non c’è solo il dna a incastrare Vito Mazzara…abbiamo una comparazione balistica al cento per cento e lo ha dovuto ammettere il perito Paniz.

Udienza sospesa

Sul modus operandi del delitto…”tipicamente mafioso”…elenca le comparazioni con altri delitti di mafia….”è stata la mafia” a uccidere

E per questi delitti che si sovrappongono al delitto Rostagno c’è un solo responsabile…il sicario Vito Mazzara….

L’auto rubata, l’uso del calibro 38, la tipologia del luogo scelta..

Rostagno, Piazza e Sciacca uccisi dallo stesso fucile e dallo stesso sparatore

Miceli: abbiamo avuto i collaboratori, la perizia balistica, ma ex 507 abbiamo eseguito una nuova perizia in nome del garantismo per gli imputati, la prova del Dn.a

Dna: 1 su 100 milioni …e quell’uno è Mazzara

L’esame del Dna ha sancito una possibilità di compatibilità tra la traccia genetica del Mazzara e quella trovata sulla canna del fucile: è del 99,999999 per cento…”non si giochi sulla prova schiacciante o meno”….il dato che risalta è quello che 1 su 100 milioni può avere quella traccia e quell’uno è Vito Mazzara….e poi c’è la traccia A18…la traccia genetica che può essere solo di un parente…da qui la proeccupazione antecedente di Mazzara che traspare dalle intercettazioni di verificare se ancora tiene qualcosa nascosto in una sua abitazione…Ci sono persone che qui sono venute a prenderci in giro, che ci hanno parlato di non senso rispetto a prove scientifiche senza che loro abbiano portato prove scientifiche (il riferimento a generale Garofano consulente della difesa Mazzara)…Capra (consulente difesa Virga) viene addirittura a fare i complimenti ai periti per come hanno tirato fuori i risultati ed è rimasto in silenzio sulla traccia A 18….Capra qui ha cercato di mettere in discussione le procedure…..Garofano ha contestato la possibilità di estrarre Dna a tanta distanza dal delitto, si è beccato la risposta dei periti che hanno detto che quello strumento ha consentito di estrarre il dna dell’uomo di neanderthal …

Avv Miceli: Mauro Rostagno ha diritto ad una pena giusta ed è quella della condanna degli imputati alle pene di legge

Il processo si rinvia a domani ore 9,30 per le conclusioni delle parti civili

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