Genova, appello al sindaco Doria per intitolare un luogo della città a Mauro Rostagno
mercoledì, 30 Luglio, 2014Genova, 28 Luglio 2014
Al Sindaco Marco Doria
Comune di Genova
Oggetto:
PETIZIONE PER INTITOLARE UN LUOGO PUBBLICO ALLA MEMORIA DI MAURO ROSTAGNO
Dopo 26 anni, finalmente, la Corte di Assisi di Trapani ha sentenziato a Maggio di quest’anno che i mafiosi, Vincenzo Virga, mandante, e Vito Mazzara, esecutore, sono colpevoli dell’omicidio di Mauro Rostagno, giornalista della televisione locale RTC, avvenuto a Trapani il 26 settembre 1988.
Ad oltre un quarto di secolo dall’assassinio di un uomo, che aveva dedicato la sua intera vita all’impegno politico, sociale e civile, questa sentenza ristabilisce una verità palese sin dall’inizio: chi aveva interesse a far tacere una delle voci più vive di quella televisione, era la mafia locale che si sentiva minacciata dalle sue denunce e dalle sue indagini condotte con l’aiuto di cittadini democratici.
Negli ultimi anni della sua breve, ma intensissima vita, Mauro aveva abbracciato l’impegno giornalistico televisivo, dedicando tutte le sue energie a denunciare la mafia trapanese, la corruzione politica, gli intrighi massonici. Rostagno aveva dato vita ad una sorta di “risveglio civile” della città di Trapani.
Di fronte a magistrati attendisti, amministratori collusi e appartenenti all’ Arma dei carabinieri, che si comportavano in maniera ambigua e negavano addirittura l’esistenza della mafia stessa, Rostagno ha osato esporsi, ha denunciato, ha portato documenti e prove delle attività delinquenziali in una delle roccaforti della mafia in Sicilia. Aveva conosciuto Giovanni Falcone e Leonardo Sciascia, aveva affrontato a viso aperto i mafiosi occulti, che decretarono la morte di quest’uomo coraggioso, generoso e inerme.
Le organizzazioni che promuovono questa richiesta al Comune di Genova, come i cittadini che vorranno firmare l’adesione a questa petizione, intendono riconoscere e ricordare l’esempio di Mauro Rostagno intitolando un luogo pubblico della città alla sua memoria.
Intitolare un luogo pubblico in suo nome significa fare nostra la sua lotta coerente contro la mafia di Trapani. Questa petizione è un invito aperto a tutti noi cittadini democratici ad intensificare le denunce e le inchieste contro la mafia presente nella nostra città e nella nostra Regione. Tanto che, in occasione della riunione straordinaria della Commissione Nazionale Antimafia ad Imperia (7 Luglio), la sua presidente, Rosy Bindi, ha stigmatizzato la città come la “sesta provincia della Calabria per ‘ndrangheta”, in ragione della forte e documentata attività criminale in quella zona. Consigli comunali dell’imperiese sono stati sciolti o sono in procinto dall’esserlo, come Ventimiglia, Bordighera, Diano Marina, perché l’infiltrazione e la collusione è penetrata tra le istituzioni pubbliche e i suoi rappresentanti. E’ decisamente ora di un risveglio ligure e genovese contro le attività commerciali ed imprenditoriali mafiose nelle nostre città.
Intitolare un luogo pubblico alla memoria di Mauro Rostagno significa anche che i cittadini di Genova (e della Liguria) sono consapevoli dell’estrema importanza di un’informazione libera e democratica nella battaglia contro la mafia, riconoscendo che questa battaglia riguarda direttamente l’intero territorio nazionale, da Nord a Sud, anche e soprattutto da un punto di vista civile.
La nostra regione non è l’ unica ad essere stata massicciamente infiltrata dalle attività mafiose. Lo sono e lo sono state anche la Lombardia e altre città e regioni del Nord Italia. Tuttavia Genova ha saputo combattere il fascismo. Il riconoscimento di città medaglia d’oro della Resistenza lo testimonia. I promotori di questa petizione vorrebbero che i cittadini e in specie i giovani ricordassero e potessero seguire l’esempio di impegno civile di Mauro Rostagno, che negli anni ottanta ha saputo combattere contro una minaccia alla nostra società e alle nostre vite altrettanto pericolosa quanto lo è stato il fascismo nel ventennio del secolo scorso.
Un impegno civile che tra l’altro legherebbe nell’immediato la nostra città a altre che hanno in programma iniziative analoghe: Trapani, Torino, Trento e Gibellina (colpita dal terremoto del Belice del 1968).
Ci auguriamo pertanto che Lei voglia accettare favorevolmente questa petizione e farne proprio il suo spirito, appoggiando le procedure necessarie sino all’esito positivo per avere con noi, nei prossimi mesi, un ricordo permanente di un giornalista esemplare.
PROMOTORI
Chiara Volpato, per l’ Associazione LIBERA Genova
Stefano Kovac, per ARCI Genova
Walter Massa, Presidente ARCI Liguria
Domenico Megu Chionetti, per la Comunità di San Benedetto al Porto
Filippo Paganini, Presidente dell’ Ordine dei Giornalisti Liguria
Massimo Bisca, Presidente dell’ANPI Genova
Paola De Ferrari, Presidente Associazione per un Archivio dei Movimenti
Per informazioni sulla petizione e contatti, la segreteria organizzativa é composta da:
- Bruno Piotti, tel. 334 304 5259, e-mail: piottib@yahoo.it
- Iose Varlese, tel. 347 252 2934, e-mail: iosevarlese@gmail.com
- Walter Massa, tel. 0102467506/08, e-mail: walter.massa@arci.it
ALLEGATO 1: BREVE BIOGRAFIA
Mauro Rostagno, è nato a Torino nel 1942, é cresciuto in una famiglia di dipendenti della Fiat, in una ambiente operaio e popolare. Emigra in Francia e visita altri paesi d’Europa sempre facendo umili lavori. Conseguita la licenza liceale, si iscrive, dopo un’altra breve esperienza di lavoro in Francia, alla Facoltà di Sociologia di Trento, dove si laurea e dove fu un leader di fama italiana ed europea del locale Movimento studentesco negli anni ’60 e soprattutto nel biennio ’68-69. In quegli anni aderisce al gruppo politico di “Lotta continua”. Sarà anche in questa organizzazione e nei movimenti studenteschi e nei comitati di operai e studenti nella Milano e nella Palermo degli anni ’70, un militante esemplare per creatività, gioia di vivere e dedizione. Insegnò alla Facoltà di Sociologia dell’università di Palermo dal 1972 al 1975. Allo scioglimento di “Lotta Continua” promosse nel 1977 l’esperienza del circolo culturale “Macondo” a Milano, visse poi in India, a Poona, l’esperienza della comunità religiosa “arancione” diretta dal mistico Bhagwan Shree Rajneesh, detto Osho, e fondò all’inizio degli anni ’80, al suo ritorno in Sicilia, la Comunità Saman per tossicodipendenze a Lenzi, vicino a Trapani. In questa città collaborò attivamente ad una radio-tv locale, RTC, e con l’aiuto di giovani e cittadini democratici e politicamente impegnati portò avanti coraggiose trasmissioni e denunce contro le attività mafiose e i “poteri forti”, suoi alleati e complici. Muore a 46 anni, nel settembre del 1988, ucciso nella sua auto in un agguato. La matrice mafiosa dell’omicidio fu subito riconosciuta dalla polizia di Stato, ma fu disconosciuta dalla magistratura di Trapani e dai carabinieri locali, che optando per altre piste non solo non perseguirono la mafia ma produssero l’ignominia dell’arresto, nel 1996, della sua compagna Chicca Roveri, con l’accusa infame e infamante di essere complice dell’omicidio di Mauro, insieme al suo amico di allora e collaboratore Cardella. La montatura giudiziaria si dissolse nel nulla (e nessuno pagò per questo). Solo anni dopo – anche grazie alla campagna dell’associazione giovanile “Ciao Mauro” – l’inchiesta fu riaperta dalla Procura antimafia di Palermo, col PM, magistrato Ingroia, e portò finalmente al rinvio a giudizio dei mafiosi Virga e Mazzara. Giustizia infine, a Maggio del 2014 con le condanne all’ergastolo dei due indagati, innanzitutto per la sua compagna Chicca Roveri e per la figlia di Mauro, Maddalena, e per tutti gli amici, ex-militanti politici e sostenitori delle sue denunce.
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