Informazioni che faticano a trovare spazio

Genova di nuovo in ginocchio, il Bisagno fuori dagli argini. Tragedia annunciata. Niente opere necessarie, solo blablabla e tira-a-campà…

Il Bisagno non passa alla Foce, non è una novità. Quando s’ingrossa per troppa pioggia arriva a Borgo Incrociati, cresce contro l’inghiottitoio che non riesce a riceverlo per intero, poi esce. Perché? Perché non riesce a passare più sotto il canalone che lo porta al mare, sovrastato dalla copertura che fatta sotto il Fascismo dà il nome a tutta la zona, conosciuta come La Foce. Siamo in sostanza davanti alla stazione Brignole.

Non succedeva prima, succede ora dal 1970 con grande e tremenda regolarità ad ogni inizio autunno, perché i pendii della valle sono stati progressivamente devastati e si è costruito dove non si doveva. Così il torrente diventa un fiume in piena e un’ecatombe.

Cosa è stato fatto per risolvere strutturalmente il problema?

Grande discussione, risultati zero.

Bisognerebbe fare uno “scolmatore” in grado di canalizzare l’acqua eccedente, quella delle piene.

Pare però che dovrebbe costare tantissimo.

Perciò cosa ne è derivato? Il nulla.

Nel novembre del 2011 l’allora sindaco Marta Vincenzi parlò di fatalità. Poi, ovviamente, dovette rettificare. Ma di concreto Stato e amministrazioni locali hanno fatto ben poco.

E ora ci sono nuovi dispersi, insomma è tornata la morte.

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