Informazioni che faticano a trovare spazio

Usa-Cuba, bene con la stretta di mano. Ma Obama chiuda Guantanamo e Castro la smetta di fermare gli oppositori…

Cuba prima della rivoluzione cubana che cos’era? Il bordello degli Stati Uniti. Questa era la Cuba di Batista.

Poi sono seguiti 55 anni di castrismo.

Ricordo cosa mi diceva un muratore sulla spiaggia di Baracoa: “Sono figlio di campesinos, prima non avevamo nulla, ora abbiamo un sistema sanitario e una casa. Il salario basta per sopravvivere, è vero, ma non è più come prima…”. All’Avana, quell’estate, il Granma non riferiva nulla però degli arresti delle damas en blanco, l’opposizione.

L’ho scoperto al rientro a Fiumicino, leggendo giornali italiani. Con notevole disappunto…

Questa è stata Cuba.

Che cosa fosse ce lo fotografò Fidel Castro nell’agosto del 1968 quando con un penoso comunicato ufficiale approvò l’invasione sovietica della Cecoslovacchia.

Aveva usato penosi argomenti da leguleio di provincia.

Che dire? Castro si mostrava allora in tutto il suo servilismo sovietico.

Certo, l’embargo statunitense è stato una mostruosità.

Così come lo è la sussistenza, dentro Cuba, di Guantanamo.

Obama aveva promesso di disfarsi di questa orrenda prigione.

Non ci è riuscito.

Ora Obama ha però compiuto una svolta, vera, mettendo fine a 55 anni di guerra fredda. Bene.

Ma chiuda anche Guantanamo.

E Castro, inteso come Raul, la smetta di arrestare gli oppositori. Non se lo può più permettere. Gli ultimi arrestati sono stati Escobar, anche se per poco tempo, il marito della blogger dissidente Yoani Sanchez.

Ecco, America e Ciba non possono solo stringersi la mano, devono mostrare al mondo qualcosa di più.

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