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Un mondo di Meursault e di “neri”…

Viviamo in un mondo in cui gli “altri” non hanno spesso neanche un nome. L’Arabo, così Albert Camus chiamava la vittima di Meursault nello “Straniero”. Meursault era scandagliato in lungo e in largo, prototipo dell’uomo indifferente al mondo, che non è colpito neanche dalla morte della madre e poi uccide un po’ a caso un altro uomo, sulla spiaggia algerina. Meursault ha un nome, l’altro è solo l’Arabo. Invece si chiamava Moussa e ce lo restituisce Haroun nel bellissimo romanzo “Mersault, contre-enquȇte” di Kamel Daoud (edizioni Actes Sud), un libro che comincia là dove si era fermato il celebre testo di Camus.

Ed è ancora così, con i “neri” ridotti a involucri di alluminio sugli scogli di Ventimiglia. Meursault è di là dal confine, pronto a ucciderne qualcuno a caso. Perché il governo italiano non richiama l’ambasciatore da Parigi?

(sopra, Marcello Mastroianni-Meursault nel film di Luchino Visconti tratto dal libro di Camus)

P.s.: Kamel Daoud vive a Orano, in Algeria, ed è giornalista del “Quotidien d’Oran”. Il libro me lo ha lasciato Yves Got, che ringrazio ancora…)

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