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Un uomo dei servizi segreti condannato per la strage di Brescia. Maletti, il suo capo, se la gode in Sud Africa con la pensione pagata dagli italiani…Un punto è finalmente raggiunto: la strage è fascista

A Brescia sopra il punto in cui esplose la bomba c’è il manifesto sotto vetro di quella manifestazione antifascista del maggio ’74 colpita mortalmente dalla bomba fascista. Doveva parlare il sindacalista Franco Castrezzati, la bomba scoppiò interrompendo il comizio e a morire furono otto militanti antifascisti. A differenza infatti di altre stragi quella di Brescia ha colpito non a caso in una folla indistinta ma dentro una manifestazione antifascista convocata per reagire alle aggressioni fasciste e a una catena di episodi di violenza nera.

Ora la magistratura ha sentenziato che la strage di piazza della Loggia è stata opera di fascisti. Ergastolo per un medico nazista e per un informatore del Sid operativo in Ordine nuovo. E’ importante che si sia giunti a questo risultato, perché non è molto tempo che esponenti del centro destra bresciano cercavano di riproporre piste di sinistra. E’ solo un esempio del degrado politico del centro destra, certo, ma l’aiuto è venuto loro dai passi claudicanti della giustizia che nel recente passato ha assolto altri imputati come Delfo Zorzi o l’ex generale dei carabinieri Francesco Delfino. Quanto a Pino Rauti, anche lui oggetto di indagine e di rinvio a giudizio prima di essere assolto, è nel frattempo deceduto.

E non c’è più neanche Ermanno Buzzi, il fascista bresciano ucciso in carcere dai fascisti Pier Luigi Concutelli e Mario Tuti. A lui fu chiusa per sempre la bocca.

E allora? Allora nonostante il passare degli anni – 41 sono gli anni ormai trascorsi – questa condanna dice al popolo italiano che fascisti dell’estrema destra, operativi anche in quei servizi segreti come il Sid di Gian Adelio Maletti oggi pensionato di lusso in Sud Africa da dove non risponde alle chiamate dei giudici italiani, si sono macchiati di questa strage, una delle stragi sanguinose perpetrate in quegli anni ’70.

Stragi fasciste, gestite a mezzadria con settori dello Stato. Sentiremo al momento del deposito della sentenza le motivazioni dei giudici di Milano. Ma questo è un punto, mi pare, stavolta ben assodato.

Certo, vorremmo che lo stesso si facesse anche per Piazza Fontana e Pino Pinelli.

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