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Trafficanti di uranio stanno cercando di vendere bombe nucleari sporche all’Isis. Il “bubbone” Transnistria

Contrabbandieri con legami in Russia hanno portato avanti nei mesi scorsi un mercato nero di materiale nucleare nell’Europa dell’Est, spesso con l’intento esplicito di mettere in contatto i venditori con l’Isis e altri gruppi estremisti del Medio Oriente. A riportarlo l’Associated Press, secondo cui le autorità dell’Europa dell’Est, in collaborazione con l’Fbi, negli ultimi cinque anni hanno bloccato quattro tentativi di vendita di materiale radioattivo da parte di bande criminali, con sospetti legami in Russia. L’ultimo caso conosciuto risale allo scorso febbraio, quando un trafficante offrì un ingente quantitativo di cesio, «sufficiente a contaminare numerose città» e cercò specificamente un acquirente dell’Isis.

 

Questa la notizia di oggi. Ma da dove nasce il problema? Da tempo c’è una zona opaca al centro del continente Europa e il suo epicentro è un paese che si chiama Transnistria. Non esiste sulle carte, almeno ufficialmente, ma esiste purtroppo nella realtà: è la Moldavia resasi autonoma sulla riva sinistra del fiume Dniestr che scorre verso l’Ucraina e il Mar Nero in direzione della vicina Odessa.

map_of_transnistria

All’est la chiamano Repubblica Moldava di Pridniestrov, Pridnestrovie o Pridniestrovie, in russo: Приднестровская Молдавская Республика.

Non è da confondere con la Moldavia, di cui fino a pochi anni fa faceva parte. La Transnistria è uno Stato indipendente de facto non riconosciuto dai Paesi membri dell’ONU, essendo considerato de iure parte della Repubblica di Moldavia: è governato da un’amministrazione autonoma con sede nella città di Tiraspol. Al potere la famiglia Smirnov.

Il potere in Transnistria è fondamentalmente uno: l’arsenale lasciato dai russi, compresi combustibili nucleari.

Ed è dunque da lì che da anni si irraggiano azioni di smugglers pericolosissimi, che trafficano in armi e quant’altro. Propaggini del tutto finiscono poi in Ucraina e in Romania, ma i tentacoli vanno in giro d’acquirenti nel mondo. Compreso l’Iraq e l’Isis.

Molti esponenti  delle gang di smugglers sono conosciuti per nome e cognome. Più difficile è “bloccarli”.

Nel loro studio di qualche anno fa sul traffico di armi all’est due ricercatori, Zaur Borov e Stephen Bowers, hanno dato conto nel loro “Illegal weapons traffic in Eastern Europe” degli albori di questo sistema di riciclaggio di armi e ordigni sporchi nucleari .

Scrivono così di una nomenklatura della paura facendo nomi:

“Ivan Turcanu is a Russian citizen and president of “Armitech Company Inc” registered in Panama. This company has a branch in Cyprus, which is run by Ivan Grigorevici Busuioc, Vladimir Siminiuc, Costica Laptes and Dragos Fodor. Apparently, Turcanu is the coordinator of the network. He is a lawyer and he operates mainly from Moscow.

Turcanu is also an agent of “Armimpex Hightech Ltd” and “Saltech Ltd” of Cyprus. Vladimir Mihailovici Mazin is a Ukrainian citizen and manager of “Ukrspetsexport” company from Kiev and of “Kolnet Ltd” and “Deliza” companies in Cyprus.

Vladimir Siminiuc is a citizen of Moldova and, from 1998, a Romanian citizen as well. Former officer in the Moldovan army, Siminiuc is currently a businessman and the main shareholder of “Willing” – company in the Russian Federation.

He is very close to General Alexandr Lebed, the former commander of the 14th Army based in Transdniestria. Siminiuc is also a representative of “Armimpex Hightech Ltd.” and “Saltech Ltd.” Stanojevic Milutinovic Dragan is the Bucharest representative of the Cypriote companies “Hastock Ltd.” and “Loratel Trading Ltd.” He works in Bucharest along with his son– Stanojevic Alecsandar aka Sasha. “Loratel” company is used as a cover by the network for the bank transfers involved by the businesses they conduct. Costica Laptes is a shareholder of “Armitech Company Inc”, and a representative of “Armimpex Hightech Ltd” and “Saltech Ltd”. Laptes connected Busuioc and Siminiuc with Shimon Naor”

 

Questo panorama si è ulteriormente arricchito negli ultimi anni e .i più pericolosi sono gli ex agenti del Kgb passati all’attività privata. Epicentro resta la Transnistria e le sue caserme già dell’esercito russo, come Colbasna. Col corredo di ex ufficiali russi come il citato Lebed.

Scrivono ancora Zaur Borov e Stephen Bowers a proposito di alcuni attentati in Moldavia:

“The explosives come from Transniestria, more precisely, from the warehouses of the Operative Troops of the Russian Army. At Colbasna, there is a huge amount of arms that belonged to the former 14th Russian Army. These arms are now under the control of the separatist paramilitary forces who sell them to criminal groups around the world. There is strong evidence that some bombings in Russia used explosives from Transdniestria. The free circulation of persons between Romania and Moldova and the absence of the formal borders with Transdniestria were factors that attracted the Russian mob (Obsceak) in Moldova”.

Che rotte prendono questi traffici? Molte, compresa quella della vicina Romania, come spiegano sempre i due ricercatori facendo un recente esempio:

“Another example is a case in which the experts of MU 0962 arrested five persons that tried to place a kilogram of enriched uranium 238 in exchange for 1 billion lei . Dason Liubov and Anatolie Cojocaru brought the uranium in Romania from Moldova. The uranium had been stolen form Russian nuclear silos that had to be dismantled. Toader Ciuhan of Falticeni and Nelu and Ileana Bobeica were members of the Romanian end of this international traffic chain. At the moment they were caught in flagrant, the uranium was packed in a metal container covered in rubber”.

 

Chi contrasta tuttto questo? Ufficialmente la polizia moldava. Di fatto la rete di smugglers è indagata anche dai servizi russi e americani. Con quali risultati? Quanto uraniuo è stato venduto nel frattempo? Quante “bombe sporche” nucleari ne possono derivare?

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