Informazioni che faticano a trovare spazio

Benoît vuol dire benedetto

E’ grazie alle belle facce di Benoît Ducos come prima di Martine Landry o di Cédric Herrou che l’umanità va avanti e si dà un senso di marcia. C’è prima di tutto questo nel grande gesto che ila guida alpina di Briançon ha “commesso” aiutando una famiglia di profughi nigeriani in grande difficoltà tra le nevi del Monginevro, con la povera madre incinta all’ottavo mese in pericolo di un parto imminente che è poi avvenuto nell’ospedale di Briançon. Prima però c’è stata quasi un’ora di interrogatori penosi da parte della gendarmerie per niente preoccupata dalle condizioni della povera donna.

Che cosa avviene dunque sotto gli occhi di tutti, sulle Alpi, in mezzo al gelo delle nevi? Quello che già abbiamo visto nel Mediterraneo reso un cimitero terribile di migranti…

Lo sapete che ci sono persone, in Italia, che hanno timore di mangiare pesce per paura di avere a che fare con pesci che hanno mangiato carne di migranti morti?

Ho sentito un’intervista breve a Benoît Ducos, dice la guida alpina: “I migranti sono trattati come cani. Come si può restare indifferenti?”.

Benoît Ducos. Martine Landry. Cédric Herrou. Il loro reato è soccorrere i migranti in difficoltà…

Tra Bardonecchia e Briançon, attraverso il Monginevro e Clavière, nella neve alta e con indumenti spesso estivi, i migranti tentano la “fortuna” per raggiungere la Francia. In loro soccorso si sono mobilitati cittadini comuni, in parte volontari di associazioni come Freedom Mountain (in Italia) o Tous Migrants e Refuge Solidaire a Briançon.
Ora hanno lanciato un hastag in tre lingue: #rescueitnotacrime#sauvernestpasuncrime #soccorrerenonèunreato
Tous migrants ha una pagina facebook.
Refuge solidaire è in rue Pasteur 5 a Briançon.
Benoît Ducos non è il primo inquisito in Francia per immigrazione clandestina.
E’ già successo a Martine Landry di Amnesty International France: il 28 luglio 2017, la polizia italiana aveva rinviato a piedi due minori stranieri non accompagnati (di 15 anni), provenienti dalla Guinea, verso la Francia, e Martine Landry, attivista di Amnesty International France, li aveva recuperati alla frontiera di Mentone/Ventimiglia, lato francese, per riaccompagnarli alla polizia di frontiera (PAF), avendo con sé i documenti che testimoniavano la domanda di presa in carico da parte dell’Aide sociale à l’enfance (ASE). Andrà a processo il prossimo 11 aprile.
E poi un altro caso è stato quello del contadino Cédric Herrou, condannato in appello a quattro mesi per aver soccorso dei migranti.

Viviamo tra credenti o presunti tali. Parte di loro è poco credente, adora la regola anche se è regola infame, come la Bossi Fini. A tutti costoro voglio ricordare che la traduzione di  Benoît è “benedetto”…

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