Informazioni che faticano a trovare spazio

1922, le barricate a Parma…

Il 1921. E il 1922. Occupiamoci del secondo. Il primo centenario è stato già abbastanza segnalato: la nascita del Pcd’I. Tra chi ne dice così e così, chi è contento e chi ne dice male. Mah…

Il secondo centenario, in arrivo tra pochi mesi, è da celebrare prendendolo come un monito ma anche come una vittoria, piccina certo rispetto al paese che stava sprofondando nel fascismo, ma quanto mai significativa: la sconfitta dei fascisti a Parma. Le barricate di Parma…

Insomma, guardiamo avanti. I fascisti erano battibili. Successe nel 1922 non solo nella città emiliana ma anche in tante altre situazioni, da Sestri Ponente a Genova alla rossa San Lorenzo romana per i funerali assai contestati di Enrico Toti. Ma gli storici non me hanno tenuto in gran conto. Male….

Via Bixio a Parma

C’erano infatti i volontari della grande guerra arruolati nei freikorps neri del fascismo nascente ma ci furono anche gli Arditi del Popolo come quelli che eressero le vittoriose barricate in Oltretorrente a Parma sotto la guida del leggendario Guido Picelli contro il tronfio Italo Balbo che per cinque lunghi giorni ci provò ma alla fine dovette recedere e lasciar perdere. A Parma i fascisti non riuscirono nella loro impresa: respinti.

C’è un sito web in emiliano che più o meno dice che Balbo l’avrà passà l’Arlantico ma non il Perma (così viene pronunciato in loco il nome del grosso torrente-fiume che attraversa la città).

Già, di là dal fiume, c’era il quartiere rivoltoso, l’Oltretorrente, organizzato intorno alla sua main road che è via Bixio, strada che corre parallela al “Perma”.

Purtroppo arrivando in Oltretorrente si viene accolti da resti monumentali di un accrocco per Filippo Corridoni, voluto poi dal regime di Mussolini. Bisognerà con l’occasione del centenario riparare: come? Con qualcosa che celebri gli Arditi e il loro capo, Guido Picelli.

E pensare che il grande Picelli era in sostanza uno zoppo. Colpa della guerra, dove era stato anche lui, rìcavandone una feritaccia.

Girava armato di pistola, cambiava spesso letto, le sue direttive erano attese come un vangelo.

Guido Picelli, inventore e coordinatore degli arditi del Popolo, resta una figura carismatica dell’essere antifascisti e di sinistra. Talmente di sinistra da guadagnarsi poi nel ‘36 in Spagna, dove era arrivato dopo un lungo percorso ad ostacoli fatto in mezza Europa, una pallottola “amica” sparatagli alle spalle mentre era in corso uno scontro con le truppe franchiste.

Vigliacca soluzione su cui Ken Loach, occupandosi della compagine trotskista del Poum (Partido obrero de unificaciòn marxista) ha fatto una delle sue pellicole più belle. La liquidazione vigliacca di un coraggioso, che grida vendetta, ancora a distanza di anni, nei confronti degli orridi stalinisti.

Ma qui occupiamoci di un po’ di anni prima, il 1922: la sconfitta dei fascisti a Parma, da parte di una popolazione in armi, resta una pagina solare dell’antifascismo. E volendo, come fa la Fondazione Bocchi che ha lanciato un premio per opere su Picelli e la sconfitta dei fascisti, la prima vittoria contro il fascismo…

Si può vederla anche così, insomma. Del resto Picelli non si era piegato ai nuovi satrapi in orbace nero. Parlamentare eletto per i socialisti era riuscito a mettere la bandiera rossa al balcone di Montecitorio, poco dopo che il fascismo aveva abolito la celebrazione del I maggio. Certo Picelli fu subito arrestato per poi essere rilasciato. Per un po’ la bandiera rossa era tornata a sventolare sulla facciata del parlamento italiano…

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