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Anni ’70? Castelvolturno è stato l’avvertimento?

Credibile che la Scu (Sacra corona riunita) abbia seminato il terrore a Brindisi? Pur sapendo che una delle conseguenze immediate è un intervento dello stato di controllo sul territorio, quello su cui si svolgono i traffici della criminalità organizzata?

Che significato assume invece il precedente di Castelvorturno, in Campania, con quella bombola del gas e il finto ordigno scoperti quattro giorni fa vicino all’istituto alberghiero?  Il finto attentato era corredato da un testo con minacce al Capo dello Stato e una sigla simil-anarchica mai sentita prima (come leggo da Caserta web).  Sarebbe utile che i media se ne occupassero un po’ di più.

Il procuratore Grasso infine che parla di “terrorismo puro” per Brindisi.

Perché però la bomba a Brindisi? Perché un’avvisaglia a Castelvolturno? Perché istituti professionali nel mirino? Perché scuole a prevalenza femminile? Perché le bombole del gas e non esplosivi più tradizionali?

Ci risiamo allora? Come negli anni ’70? Anche allora ci furono prima delle avvisaglie  e poi le bombe stragiste.

Una pista è stata infine sollevata a proposito della trattativa stato-mafia. Il fallito suicidio di Provenzano in carecere, con quel sacchetto di plastica di cui non si capisce come sia entrato in possesso, solleva suggestioni in questo senso. Credibili?

Il precedente allora sarebbe la strage dei Georgofili nel ’93. Ma per uccidere quelle cinque vittime, Gaspare Spatuzza ha raccontato di aver trasportato a Firenze due blocchi di potente esplosivo prelevati da un deposito su una spiaggia. L’ha detto in aula nel processo che si tiene a Firenze, nella stessa aula in cui si è anche parlato di mandanti occulti facendo i nomi di Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi, nomi poi archiviati da quella Procura.

Per il momento ci fermiamo qui. Ma l’aria che si respira richiama più che gli anni ’90 quelli ’70. Almeno così appare.

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