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La crisi dell’Europa, allora come oggi: lo scenario in cui inserire Battisti e Sauro, negli incontri di Rovereto, Trento e Trieste

Sono stato a Rovereto, Trento e Trieste per parlare anche della crisi dell’Europa, quella che cento anni fa registrò il risucchiamento dell’austro-marxismo nel gorgo della guerra. L’occasione era la presentazione del mio libro “Impiccateli!”, dedicato ai due irredentisti Cesare Battisti e Nazario Sauro di cui ricorre il centenario della morte (12 luglio e 10 agosto 1916).

Cesare Battisti, col suo straordinario percorso di militante socialista e antimilitarista, fino alla vigilia dell’entrata in guerra perseguita con tenacia allora contro la neutralità del suo stesso partito e del governo, rappresenta certamente in solido la testimonianza più forte di quella crisi, una crisi dell’Europa che torna oggi ad essere di nuovo di attualità anche se per fortuna non con le stigmate terribili della guerra.

Il giro di boa di Battisti, nel 1914, dall’antimilitarismo all’interventismo dipende dalla dissoluzione del comune credo socialista che inizia con la votazione dei crediti di guerra da parte dei “fratelli” socialisti tedeschi.

Se ne è parlato in vario modo soprattutto a Rovereto prima e a Trento poi, dove con l’occasione  è stato chiesto al sindaco Alessandro Andreatta presente di mettere fine alla rovina in cui giace la casa natale di Battisti a Trento, a pochi metri dalla centrale piazza del Duomo, in una torre medievale che appare tristemente minacciata da vistose crepe nelle murature.

A Trento, nella Sala Rossa della Regione, sono tra l’altro intervenuti anche i due nipoti di Battisti, Mimma e Marco (ne3lla foto i  loro nonni, Cesare ed Ernesta Bittanti). A Rovereto la discussione è avvenuta nella nuova libreria Arcadia che è nata da un paio di mesi. In ambedue le situazioni è intervenuto con conoscenza attenta della materia lo storico Vincenzo Calì, curatore dell’archivio Battisti collocato dentro il Museo storico di Trento (presente nel capoluogo col suo direttore Giuseppe Ferrandi, affiancato dal coordinatore dell’incontro Roberto De Bernardis).

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A Trieste la libreria Ubiq si è riempita venerdì soprattutto di “istriani” che convivono ancora con quella terribile pulizia etnica del secondo dopoguerra e che riservano a Nazario Sauro, di Capodistria, una riverente memoria. Con un dialogo serrato con l’avvocato Piero Sardos Albertini, presidente della “Fameia Capodistriana”, si sono toccati i nodi della crisi europea che ha in quella regione di frontiera uno dei suoi punti ancora caldi. Naturalmente tanti gli aspetti che sarebbero da toccare, compresi quelli meno noti del comportamento dei fascisti nelle terre slave come ci riferisce “Fronte Montenegro” di Federico Goddi da poco in libreria.

Le presentazioni sono state sostenute, e li ringrazio, da segnalazioni uscite sui quotidiani “L’Adige” a Trento, “Il Piccolo” di Trieste e “La Voce del Popolo” di Fiume.

 

Ps: a Trento in particolare abbiamo parlato anche della moglie di Cesare Battisti (nella foto con lui e il primogenito, Luigino), soprattutto per il suo forte credo antifascista e per le battaglie di civiltà come quelle condotte con gli articoli su “Il Popolo”, il giornale nato a Trento nel 1900, come le rivelazioni sull’ignobile rito di San Simonino (il bambino che secondo un pogrom del ‘400 la Chiesa ha dato come sgozzato dagli ebrei per poter irrorare col suo sangue innocente le azzime pasquali…)

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