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Andreotti che incontra il criminale di guerra Rodolfo Graziani ad Arcinazzo

Elezioni del 7 giugno 1953, ad Arcinazzo avviene un incontro elettorale che farà molto rumore e che ancora oggi fa discutere: l’incontro tra il maresciallo Rodolfo Graziani, ministro della difesa a Salò, e Giulio Andreotti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. I due partecipano insieme a un comizio ad Arcinazzo, in Ciociaria, zona di origine del primo e feudo elettorale del secondo. È domenica 3 maggio.

Graziani, entrato da poco nel MSI, si trova ad assistere a un comizio di Andreotti, quando, su invito dell’esponente democristiano, sale a sua volta sul palco. Incalzato dal giovane delfino di De Gasperi, Graziani si trova in evidente difficoltà quando Andreotti gli fa notare che votare per il MSI significa oggettivamente fare un favore ai comunisti, perché così si indebolisce l’unico partito che può tenere testa al pericolo rosso, cioè la DC.

Così, messo alle strette, finisce per fare professione di anticomunismo e di filoatlantismo, sperticandosi in una serie di elogi nei confronti del governo democristiano. Ecco alcuni passaggi del suo contestatissimo intervento:

“È da ciechi o da persone in malafede non dare atto al governo democristiano dell’opera grandiosa svolta per far rinascere la nostra Patria. L’onorevole De Gasperi, in un suo recente discorso, per la prima volta ha detto testualmente: ‘Riconosco che il fascismo ha costruito, ma noi abbiamo fatto assai di più’. Questo onesto riconoscimento è un gesto di onestà di cui va dato atto […] Se l’Italia si dovesse trovare coinvolta, sia pure a scopo difensivo, in un conflitto mondiale che minacci il mondo intero, noi combattenti del MSI non faremmo questione di obiezione di coscienza, nuova forma di diserzione, né porremmo alcun pregiudizio ideologico. I soldati che mi seguono sono pronti a dare la loro opera e ad accorrere in difesa della Patria in pericolo”.

Questa è stata una pietra miliare nella parabola di Giulio Andreotti, diventato deputato nel 1947 e giovane sottosegretario della presidenza del consiglio con De Gasperi. Fu lui ad introdurre, ricordiamocelo, la censura sui film e ad istituire allora la relativa Commissione per il nulla osta ai film. Il suo primo vero coup de théatre fu però quel comizio ad Arciunazzo: al paese Andreotti mandava a dire che se ne fregava altamente della Resistenza e della guerra di Liberazione. Peggio, annunciò che i fascisti erano ben accetti. I risultati lunghi arrivarono poi nel luglio 1960 col governo Tambroni, la Dc appoggiata dallo Msi.

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