La decapitazione del capitalismo italiano: come sono morti nel 1960 Adriano Olivetti, Mario Tchou nel 1961 ed Enrico Mattei nel 1962?
martedì, 29 Ottobre, 2013In margine allo sceneggiato su Adriano Olivetti che si è concluso questa sera con la seconda puntata. Due domande, anzi tre: come è morto Adriano Olivetti? E come è morto un anno dopo, nel 1961, Mario Tchou? Che fine fece il supercalcolatore elettronico Elea, che dopo la morte dei due finì alla General Electric americana? E infine: come è morto subito dopo, nel 1962, Enrico Mattei dell’Eni?
Tra il 1960 e il 1961 l’Italia fu decapitata del programma che insidiava la supremazia americana rappresentata dalla Ibm. Un anno dopo con un altro morto veniva spezzato il sogno di autonomia energetica gestito da Enrico Mattei.
Poco tempo fa è stato Carlo De Benedetti ad avanzare l’ipotesi che Mario Tchou, un genio dell’informatica (nella foto con Roberto Olivetti), sia stato ucciso dagli americani.
Un dato è certo, dopo la morte di Tchou e di Olivetti il cammino dell’informatica in Occidente prese un’altra strada, quella americana. E dopo Mattei la supremazia delle Sette Sorelle diventò inossidabile…
Ma torniamo all’Olivetti e al suo mago elettronico Mario Tchou: chi era Tchou? Ecco la scheda di Wikipedia:
Mario Tchou (recte: Mario ZhÅ«[1]; Roma, 1924 – Santhià , 9 novembre 1961) è stato un ingegnere italiano di origine cinese, esperto di elettronica, tra gli sviluppatori dell’Olivetti, noto per il ruolo avuto nello sviluppo del progetto di alta tecnologia Olivetti Elea.
Nato a Roma nel 1924, era figlio di Evelyn Waugh e del diplomatico Tchou Yin, che lavorava all’interno del Consolato della Cina imperiale presso la Santa Sede. Intraprese gli studi in Italia, laureandosi poi negli Stati Uniti al Politecnico dell’Università di New York. All’età di 28 anni fu chiamato a insegnare all’Università Columbia di New York.
Data la sua conoscenza dell’elettronica, nel 1955 Adriano Olivetti lo portò in azienda, e gli affidò l’incarico di formare un gruppo di lavoro che, in collaborazione con l’Università di Pisa, aveva l’obiettivo di progettare e costruire un calcolatore elettronico tutto italiano, su suggerimento di Enrico Fermi, utilizzando i 150 milioni già stanziati (per un sincrotrone realizzato invece successivamente a Frascati) per la Calcolatrice Elettronica Pisana a valvole. In seguito lavorò al più grande Olivetti Elea, il massimo supercomputer a transistor dell’epoca, costruito in 40 esemplari.
L’attività di Mario Tchou era improntata a una visione che puntava sull’alta innovazione. Nel laboratorio di Barbaricina (quartiere di Pisa) raccolse i migliori cervelli, tutti giovani:
Egli considerava l’Italia «allo stesso livello dei paesi più avanzati nel campo delle macchine calcolatrici elettroniche dal punto di vista qualitativo. Gli altri però ricevono aiuti enormi dallo Stato. Gli Stati Unitistanziano somme ingenti per le ricerche elettroniche, specialmente a scopi militari. Anche la Gran Bretagna spende milioni di sterline. Lo sforzo di Olivetti è relativamente notevole, ma gli altri hanno un futuro più sicuro del nostro, essendo aiutati dello Stato»[3].
Il giovane ingegnere cercò personalmente di avvicinarsi a Ivrea, la sede storica piemontese dell’Olivetti, per abbattere il muro di diffidenza che gli impiegati del settore meccanico avevano nei confronti della neonata divisione elettronica. Ma anche i tentativi di Tchou si dimostrarono vani: il settore meccanico e quello elettronico restarono divisi, come le rispettive sedi, l’una a Ivrea, l’altra a Borgolombardo, vicino aMilano, dove si trasferì nel 1960 il gruppo di Barbaricina.
Mario Tchou morì in un incidente d’auto il 9 novembre 1961, a soli 37 anni, mentre si recava a Ivrea per discutere del progetto di una nuova architettura hardware a transistor, basata su un nuovo software: il nuovo progetto avrebbe dovuto utilizzare come linguaggio di programmazione preferenziale il Palgo, derivativo dell’ALGOL, e un assembler di nome PSICO. L’improvvisa morte di Tchou, successiva di un anno alla morte prematura di Adriano Olivetti, decretò la fine del progetto Elea (il laboratorio guidato da Tchou fu in seguito venduto alla General Electric). Entrambe le morti chiudono un’importante stagione per l’elettronica italiana, che vedeva allora la leadership industriale e tecnologica della Olivetti.
Nel 2013, Carlo De Benedetti, che guidò negli anni 80 e 90 l’Olivetti, avanzerà l’ipotesi che l’incidente mortale in cui rimase convolto Tchou sia stato provocato dai servizi segreti americani per favorire l’IBM.
Nota personale: Mario Tchou era fratello di Maria Tchou, sposata con Riccardo Mamo, cugino di Paolo Padovani, mio suocero, che aveva lavorato con Adriano Olivetti nelle edizioni di Comunità . Paolo diceva che Mario era un vero genio.
tagged under: Adriano Olivetti.Barbaricina.Carlo Debenedetti.Enrico Mattei.General Electric.Ibm.Mario Tchou.Olivetti.Paolo Padovani.Roberto Olivetti.Santhià .Sette Sorelle.Usa- Appuntamenti (45)
- Best (136)
- Cultura (95)
- Fotografia (26)
- Internet-Media (108)
- Lettere (20)
- Libri (25)
- Mondo (2.247)
- Ndrangheta (4)
- Politica (192)
- Società (3.530)
-
andrea
Flavia Perina in questa prosa che filtra cose a lei scomode (Elena Pacinelli) e amplifica particolari insignificanti (presnuto gramscianesimo della… -
Alessandro Londero
Salve, se Paolo Brogi avesse richiamato magari avrebbe potuto avere più info di quel viaggio. Ora che l’ONU ha fatto… -
Geneva
Hi there to every body, it's my first visit of this blog; this webpage consists of awesome and in fact…
- Aprile 2022
- Marzo 2022
- Febbraio 2022
- Gennaio 2022
- Dicembre 2021
- Novembre 2021
- Ottobre 2021
- Maggio 2021
- Marzo 2021
- Febbraio 2021
- Gennaio 2021
- Dicembre 2020
- Settembre 2020
- Maggio 2020
- Aprile 2020
- Marzo 2020
- Febbraio 2020
- Giugno 2019
- Maggio 2019
- Aprile 2019
- Marzo 2019
- Gennaio 2019
- Novembre 2018
- Ottobre 2018
- Settembre 2018
- Agosto 2018
- Giugno 2018
- Maggio 2018
- Marzo 2018
- Febbraio 2018
- Gennaio 2018
- Novembre 2017
- Ottobre 2017
- Maggio 2017
- Aprile 2017
- Marzo 2017
- Febbraio 2017
- Gennaio 2017
- Dicembre 2016
- Novembre 2016
- Ottobre 2016
- Settembre 2016
- Agosto 2016
- Luglio 2016
- Giugno 2016
- Maggio 2016
- Aprile 2016
- Marzo 2016
- Febbraio 2016
- Gennaio 2016
- Dicembre 2015
- Novembre 2015
- Ottobre 2015
- Settembre 2015
- Agosto 2015
- Luglio 2015
- Giugno 2015
- Maggio 2015
- Aprile 2015
- Marzo 2015
- Febbraio 2015
- Gennaio 2015
- Dicembre 2014
- Novembre 2014
- Ottobre 2014
- Settembre 2014
- Agosto 2014
- Luglio 2014
- Giugno 2014
- Maggio 2014
- Aprile 2014
- Marzo 2014
- Febbraio 2014
- Gennaio 2014
- Dicembre 2013
- Novembre 2013
- Ottobre 2013
- Settembre 2013
- Agosto 2013
- Luglio 2013
- Giugno 2013
- Maggio 2013
- Aprile 2013
- Marzo 2013
- Febbraio 2013
- Gennaio 2013
- Dicembre 2012
- Novembre 2012
- Ottobre 2012
- Settembre 2012
- Agosto 2012
- Luglio 2012
- Giugno 2012
- Maggio 2012
- Aprile 2012
- Marzo 2012
- Febbraio 2012
- Gennaio 2012
- Dicembre 2011
- Novembre 2011
- Ottobre 2011
- Settembre 2011
- Agosto 2011
- Luglio 2011
- Giugno 2011
- Maggio 2011
- Aprile 2011
- Marzo 2011
- Febbraio 2011
- Gennaio 2011
- Dicembre 2010
- Novembre 2010
- Ottobre 2010
- Settembre 2010
- Agosto 2010
- Luglio 2010
- Giugno 2010
- Maggio 2010
- Aprile 2010
- Marzo 2010
- Febbraio 2010
- Gennaio 2010