Informazioni che faticano a trovare spazio

Se passa la legge bavaglio sulle intercettazioni non si saprà più nulla su vicende come il ministro Lupi, le risate dell’Aquila, calciopoli, Propaganda Fide, gli addentellati di Mafia Capitale…

Perché dire no alla delega al governo sulle intercettazioni telefoniche?

In una conferenza stampa martedì 3 novembre Stefano Rodotà, attorniato dai promotori dell’appello “No bavaglio” (nobavaglio.org), ha spiegato perché su questa delicata materia non può concedere carta bianca al governo.

In ballo infatti, con l’aiuto della legge sulla diffamazione, c’è un pericolosissimo restringimento della libertà d’informazione e di essere informati.

Che cosa infatti si vuole eliminare?

Si vuole eliminare il contesto in cui nascono i reati penali. Non darne più conto significa non capire come e perché siano maturati quei delitti.

Il popolo italiano deve infatti sapere che:

 

 

Se passa la linea neanche troppo occulta del governo Renzi sulle intercettazioni ecco che cosa non si saprà più.

Non si conoscerà più il contesto dentro il quale sono maturate le attività criminose.

Cioè tutto ciò che anche se non penalmente rilevante spiega però come si siano sviluppati i fatti penalmente rilevanti.

Nelle indagini sulla corruzione al di là delle specifiche responsabilità ciò che è importante rilevare è il contesto. Come si fa a spiegare Mafia Capitale senza Mafia Capitale nei suoi vari addentellati?

Il fatto è che spesso il contesto è forse più importante degli stessi rilievi sanzionatori.

Di che cosa stiamo parlando?

Di potere e dell’esercizio del potere.

Prendiamo gli ultimi dieci anni: non c’è un esempio di cronaca sociale o di cronaca nera in cui la stampa può essere accusata di un uso sconsiderato delle intercettazioni che abbia rovinato la privacy. Non è vero che siamo “tutti” sotto controllo.

E’ vero invece che si vuole impedire il controllo dell’opinione pubblica sul modo di amministrare la cosa pubblica. Questo è il problema.

Perciò ecco un piccolo elenco di ciò che turba i sonni del potere e che non si vorrebbe più vedere sulle pagine dei giornali.

Il ministro Lupi. Perché si è dimesso dal suo incarico?

Il ministro non era indagato, indagati erano altri. Però ecco che tutto quello che anche nel caso Lupi contestualizzava un’indagine penale ha portato alla luce un sistema inaccettabile di favori e di relazioni. Ed è questo un problema.

Il governo a che cosa punta? E con lui forze che lo affiancano in questa opera di oscuramento della realtà? In questo caso a non dover più costringere un ministro alle dimissioni perché le ragnatele che lo riguardano sono venute allo scoperto. Se nessuno scrive di Lupi niente dimissioni e figuracce…

Mafia Capitale. Molte circostanze dell’inchiesta non costituiscono il centro delle imputazioni penali, certo.

Ma col sistema che potrebbe essere varato dal governo è probabile che non si potrebbe più sapere nulla sugli incontri di Carminati con i poliziotti in adorazione al distributore di benzina, sul carabiniere di stanza al Quirinale, su tutte le questioni rilevanti attinenti al terzo settore e all’ignobile trattamento dei migranti, sui Casamonica a pranzo con sindaci e consiglieri, sulla capacità di influenza di Mafia Capitale sulla stampa e su giornali specifici che hanno un nome e un cognome…

Calciopoli.

Che cosa avremmo mai saputo di Calciopoli?

Propaganda Fide: che fine avrebbe fatto  tutta l’indagine patrimoniale su Propaganda Fide e sul sistema di favori  con gli affitti di comodo per i politici? Nulla si sarebbe saputo.

Terremoto dell’Aquila. Non avremmo conosciuto (né sentito) le pazzesche risate degli avvoltoi dell’Aquila…

Insomma, gli esempi potrebbero essere molti e diffusi.

In conclusione il popolo italiano deve sapere che la delega al governo su questa materia nasconde, e neanche troppo bene, la volontà di occultare gli eventuali sistemi di illegalità nell’esercizio del potere per non risponderne di fronte all’opinione pubblica.

Ecco perché vi invitiamo a sostenerci in questa battaglia di libertà.

 

Paolo Brogi

Per il comitato promotore di No bavaglio

 

 

 

Si aderisce all’appello andando su www.nobavaglio.org

 

Il comitato promotore ha deciso di raccogliere adesioni giovedì 5 novembre a Piazzale Clodio in concomitanza con l’avvio del processo su Mafia Capitale

 

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